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Horvath che magia: l’esplosione nella B ungherese e una nuova chance al Torino

Horvath che magia: l’esplosione nella B ungherese e una nuova chance al Torino - immagine 1
Un tumore raro a 13 anni, l'arrivo in Italia con la Spal, l'approdo al Torino nel 2020: le tappe della carriera dell'ungherese
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Ieri, venerdì 15 luglio, Krisztofer Horvath si è reso protagonista di una meravigliosa perla nell'amichevole contro l'Eintracht Francoforte. Un gol che ha reso meno amaro il passivo per la squadra di Ivan Juric nella prima uscita stagionale. Merita allora di essere ripresentato questo ragazzo classe 2002 che si sta allenando in Austria con la Prima Squadra del Torino. Arrivato al Torino nel 2020 dalla Spal, nell'ultima annata è stato girato in prestito in Ungheria. Ha militato al Szeged, club di Serie B. Tenendo, comunque, conto del livello non altissimo del campionato, il giovane granata ha avuto uno score molto importante: in 33 presenze ha totalizzato 19 gol e 12 assist. Le sue peculiarità tecniche principali sono il dribbling e il tiro dalla distanza, come dimostrato contro i freschi vincitori dell'Europa League.

La lotta al tumore e l'arrivo in Italia

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La rete di ieri potrebbe cambiare lo scenario di Horvath in granata. Il campionato in prestito in Ungheria ha dimostrato che possiede delle potenzialità di un certo tipo. In fase offensiva sa giocare da trequartista ma ha anche una buona visione della porta e lui stesso ha confermato di aver ricoperto anche il ruolo di prima punta nel periodo allo Szeged. Con la Prima Squadra del Torino ha già esordito nel novembre 2020 in Coppa Italia contro la Virtus Entella (un solo minuto), così come ha già esordito in Serie A con la casacca della Spal sul finire dell'annata 2019/2020, quella contraddistinta dal Covid. Ha disputato la sua prima gara nella massima serie italiana il 26 luglio 2020 proprio contro il Torino, poi due spezzoni ulteriori con Hellas Verona e Fiorentina. La Spal è stata il suo primo club in Italia, dopo che nel corso dell'adolescenza ha dovuto combattere una battaglia ben più spaventosa rispetto a una partita di calcio. Ha infatti fronteggiato all'età di tredici anni un cancro ai linfonodi, un tumore molto raro che quasi mai colpisce sotto i 18 anni. Il 2002 ungherese è riuscito a sconfiggere la malattia anche grazie alle migliori cure pagate dal ricavato di un amichevole fra il suo primo club (Zalaegerszeg) e la squadra rivale. Dopo tre anni, ormai guarito, ha esordito anche nella Prima Squadra del Zalaegerszeg, divenendo immediatamente uno dei calciatori di punta del club. E proprio da lì si è mosso verso la Spal e poi nel 2020 verso il Torino.

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Limiti caratteriali nella Primavera

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Bisogna chiedersi perché è dovuto tornare in terra natia per sfondare. La motivazione la si può ritrovare a livello caratteriale. Nel contesto della Primavera del Torino ha patito soprattutto sotto questo punto di vista, finendo addirittura ai margini con Federico Coppitelli, dopo aver trovato maggior spazio nella gestione di Marcello Cottafava. Un episodio vale per tutti. Nell'aprile 2021 in un Torino-Spal Primavera molto delicato per i granata in chiave salvezza prese un doppio giallo evitabilissimo, lasciando i granata in dieci a partire dal 42' del primo tempo. Il Torino poi perse quel match 0 a 2 e Horvath scese in campo soltanto altre cinque volte da quel momento in avanti (e soltanto una da titolare). L'esperienza positiva al Szeged e la perla di ieri all'Eintracht potrebbero farlo svoltare. Juric lo attende come possibile sorpresa sulla trequarti.

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