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Gioventù arrembante. Per un Rosina che si ferma, altri ragazzi, altrettanto giovani e anche più, scalpitano. Rubin, Dzemaili, Abate: guai fisici alle loro spalle (quasi), colleghi esperti davanti a loro. Ancora per poco, forse.Dei tre, chi ha definitivamente scordato l'infortunio è sicuramente il primo, Matteo Rubin. Il rientro in campo è datato addirittura Aprile, ma Novellino all'epoca non si fidò più di tanto della ritrovata salute del terzino, che ha tornato a sentirsi un calciatore vero solo recentemente, quando De Biasi lo ha schierato titolare all'esordio in campionato. In campo, però, il Torino ha un interprete tra i migliori ed i più completi della categoria quale Marco Pisano: dura togliergli il posto. Due le strade possibili, per il laterale arrivato dal Veneto: dimostrare sempre il proprio valore, unitamente ad un grande impegno, e questa è la via più auspicabile; rimane la sgradita alternativa, ossia un calo di rendimento del titolare designato. E in effetti, questa è l'impressione che Pisano ha destato nelle ultime due uscite: proveniente anch'egli da un infortunio, ha disputato una gara sottotono contro la Reggina, mentre con l'Inter ha retto bene per 20 minuti prima di crollare (per quanto di fronte a sé avesse un Mancini ed un Maicon). Al momento è dunque possibile che l'allenatore decida di concedere un turno di riposo a Pisano, a vantaggio di Rubin. Questo certo non aiuterebbe il morale di un elemento che per il Toro è un capitale, quale l'ex-rosanero appunto; ma De Biasi ha sempre detto di guardare solo il campo, e il campo sembra suggerire che domani sera, nel suo (di GdB e di Rubin) Veneto, giochi il “bocia”.Blerim Dzemaili, invece, deve sconfiggere i fantasmi. Quelli che circondano un ragazzo corteggiato da mezza Europa solo 12 mesi fa, e oggi tormentato da molti dubbi e incertezze. Su se stesso; non sulle proprie qualità (ci auguriamo, perché avendolo visto giocare, su questo noi dubbi non ne abbiamo proprio), ma sulle proprie possibilità immediate, sul proprio destino a breve termine, in una parola sulle proprie condizioni. Dopo una gara e mezza (con la rappresentativa under 21 svizzera e in amichevole a Vercelli) che sembravano confortanti, ecco sorgere dei problemini, e con essi la paura, paura per un menisco. Bando al pessimismo, comunque: non è l'infortunio di un anno fa, quello che gli ha fatto vedere la Premiership praticamente alla tv: è una questione su cui porre la massima attenzione, ma nulla di preoccupante. E per Verona è giunta anche una convocazione che, a dar retta alle voci emerse nelle ultime ore, risulta inaspettata. Difficilmente potrà scendere in campo, Dzemaili; non domani. Ma sarà presto, e allora vedremo un giocatore che ha cento motivi per dimostrare tutto quello che sa fare. Sarà presto.Di corsa arriva Abate. Dopo la partita persa contro l'Inter, De Biasi ha fatto correre i proprii giocatori. Sì, dopo la partita; una seduta per quelli che non avevano giocato, ma lo scopo era soprattuto far correre lui, il laterale Under21. Dall'Empoli al Milan alla Cina al Torino, tutto in pochi giorni; stress, fatica ed un infortunio che lo sottrae a tale tourbillon. Ma lo toglie anche alla sua nuova squadra. Contro l'Inter, viene convocato da un allenatore che ha, tra le sue doti, quella di saper trattare la testa di ogni singolo giocatore che allena: lo scopo della chiamata non era mandarlo in campo né in panchina, ma -per ammissione dello stesso GdB- farlo sentire parte del gruppo, farlo sentire importante. Per ora ci si è dovuto sentire: ma a breve, importante lo sarà davvero, Abate. Il tecnico lo aspetta come grande variabile per l'assetto della sua squadra: a centrocampo o nel tridente offensivo, il biondino potrà essere la carta che spariglia il tavolo, una freccia importante nella faretra granata. Domani partirà per Verona con i compagni, e potrebbe anche sedere in panchina; nel peggiore dei casi, l'appuntamento è rimandato a Torino-Lazio. Quello con il campo potrebbe coincidere: Abate presto libererà la sua corsa. E il Toro sarà un Toro più giovane ed arrembante.
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