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I magnifici sette

I magnifici sette - immagine 1
Era inevitabile che la campagna acquisti del Torino non accontentasse tutti. Ci sono gli scontenti come i soddisfatti o, per meglio dire, coloro che si sono accontentati. L'operazione terzino per esempio è stata all'insegna della "pezza e...
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Era inevitabile che la campagna acquisti del Torino non accontentasse tutti. Ci sono gli scontenti come i soddisfatti o, per meglio dire, coloro che si sono accontentati. L'operazione terzino per esempio è stata all'insegna della "pezza e contropezza". Va sottolineato, però, come la serie A abbia consigliato a Cairo di aggiungere qualità: Gazzi, Santana, Brighi, Cerci, Sansone, Birsa e l'oggetto ancora misterioso (ma, pare, talentuoso) Bakic.

 

La linea segnata dal duo Cairo – Petrachi è stata quella di cesellare, per quanto possibile, un Toro ad immagine e somiglianza di chi comanda i giocatori in campo, ovvero il tecnico Giampiero Ventura.

Ad oggi l’organico è in sovrabbondanza, visto che sono ben 31 i ragazzi che devono rispondere all’appello dell’allenatore. Alcuni di loro probabilmente non vedranno mai, o quasi, il campo con la prima squadra (Migliorini, Gorobsov, i due Gomis, Diop, Barbosa e Bakic). C'è da dire che anche la panchina può formare i ragazzi, perché di giovani si tratta, e poi  i vari Diop, Barbosa, Bakic e Alfred Gomis saranno colonne portanti della squadra Primavera attrezzata per bissare il campionato precedente, ovvero ottenere risultati di alto livello.

Ecco che in questo caso l’organico scenderebbe a 24 giocatori, tutto sommato un numero gestibile per l’allenatore.

 

Per la prima volta dai tempi di Pianelli, complice la maggior "internazionalizzazione" dei roster, il Torino disporrà nella sua rosa di sei-sette giocatori nazionali: Gillet nel Belgio, Glik nella Polonia, Birsa nella Slovenia, Basha nell’Albania, Bakic nel Montenegro, Ogbonna nell’Italia ed, eventualmente, Rodriguez nell'Uruguay (uscito dal giro da un po', ma noi granata siamo sempre un po' speranzosi...). Alcuni sono comprimari o aggregati nelle selezioni, ma tutti i magnifici sette saranno portabandiera granata in giro per il mondo e potranno regalare al Torino quel sapore, quel profumo internazionale, che tanto manca dai tempi dell’ ”Emiliano”. In più, l’esperienza internazionale potrà solo fare bene ai giocatori con riflessi positivi anche per il campionato del Toro.

 

Un Toro internazionale? Certamente i tifosi granata rispetto al passato seguiranno con più orgoglio i magnifici sette anche nelle varie nazionali: anche noi, insomma, abbiamo i nostri nazionali. Non potrà ambire alla nazionale, ma Alessandro Gazzi merita una citazione. Quanto a Cerci, il discorso è diverso. Il ragazzo è giovane ed è voglioso di riscattare due stagioni tra delusioni e veri lampi di classe. Ma la qualità in Cerci è innata, nel DNA. Il romano ha spunti nell’uno contro uno degni del miglior Domenghini, indimenticata ala destra del Cagliari e della Nazionale. Se saprà ascoltare i consigli di Ventura può tornare a essere quel giocatore che dopo la stagione pisana divenne anche punto di forza della Under 21. La conquista di una maglia azzurra  passa inevitabilmente per la maglia granata, un binomio che deve riprendere a consolidarsi ed in questo senso Angelo Ogbonna ha tracciato la via. Eppoi, se Giaccherini veste d'azzurro, siamo propri sicuri che Cerci non possa?

 

Gino Strippoli