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I meriti (anche) di Cairo

Manolo Chirico
Tocco di Mano / Con la collaborazione di tante persone, lo Stadio Grande Torino è realtà. E ora tocca al Filadelfia e al centro sportivo Robaldo. Molti presidenti dell'era moderna ci hanno provato, lui è l'unico ad esserci riuscito

Finalmente anche Torino avrà uno stadio che ricorda gli Invincibili come già è avvenuto in tante altre città di Italia. Meglio tardi che mai verrebbe da dire, ma probabilmente non è proprio questo il momento per tirare su polemiche e polveroni. Lo Stadio Grande Torino è realtà, questa è una bella notizia: ora non vi è proprio spazio per rancori o rivendicazioni di qualsivoglia genere.

Il merito quindi non è assolutamente solo e soltanto della proprietà granata, la quale scrisse una lettera al Primo Cittadino per sollecitare la questione. Detto ciò, è giusto ammettere che tra i tanti presidenti che più o meno ci avevano provato, Cairo ha sicuramente dalla sua il merito di esserci riuscito.

Un po' come per il Filadelfia. Tutti i presidenti arrivati dopo il 1997 hanno promesso di ricostruire il Fila, distrutto da un sindaco, peraltro tifoso del Toro. Nessuno ci è riuscito. Cairo sì. Mettendoci soldi (anche in tal senso non è questo il momento delle polemiche su quanti ne erano stati promessi e quanti ne sono stati poi versati), passione, idee. Come quella di regalare il progetto alla Fondazione, permettendo così di accelerare i tempi di ricostruzione, evitando di perdere mesi importanti.

Come per lo Stadio Grande Torino, anche per il Filadelfia i meriti vanno giustamente condivisi: c'è il lavoro dietro le quinte di un manager bravissimo come Ferrauto, impegnato nel delicato ruolo di collante tra istituzioni e tifosi. Un team vincente capitanato da Salvadori, altro grande uomo di buona volontà e grandi competenze, Beccaria e tutti gli altri soci e consiglieri della Fondazione stessa.

Quindi i campi del centro sportivo Robaldo: un'intuizione del patron granata, titillata dalla lungimiranza del Responsabile del Settore Giovanile Massimo Bava e portata avanti con dovizia di particolari in sede di gara dal direttore generale Antonio Comi.

Meriti di tanti, meriti che vanno giustamente condivisi, meriti anche di Cairo. Che se non altro, laddove gli altri hanno pressapoco provato, lui ci è riuscito. E chissà se davvero riuscirà a far riaprire il fascicolo dello scudetto '27, vinto dal Toro, revocato in maniera tutt'altro che limpida.