- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
toro
In pochi avrebbero scommesso ad inizio stagione su un allenatore sconosciuto proveniente dalla C1. Le quote dei bookmakers non incoraggiavano poi a puntare su di lui, visto che lo...
di Edoardo Blandino
"In pochi avrebbero scommesso ad inizio stagione su un allenatore sconosciuto proveniente dalla C1. Le quote dei bookmakers non incoraggiavano poi a puntare su di lui, visto che lo davano tra i favoriti ad essere il primo licenziato. Ma Massimo Cellino ha creduto in lui. Nonostante tutto il presidente del Cagliari aveva visto lungo mettendo sotto contratto questo talentuoso allenatore che però non aveva mai allenato a grandi livelli. Cellino ha creduto in lui e ha tenuto duro anche dopo l’inizio di stagione non certamente esaltante. Dopo cinque gare i rossoblu avevano incassato solamente sonanti sconfitte e qualcuno contava i giorni prima dell’allontanamento di Allegri. Anzi, ci si era stupiti come mai il neo allenatore fosse ancora seduto in panchina alla guida tecnica della squadra. Anche perché Cellino è uno di quei vulcanici presidenti molto umorali che spesso vengono definiti come Mangiallenatori. Comunque, arrivati a quel punto, all’orizzonte si prospettava l’impossibile gara contro il Milan da cui sarebbe dipeso il futuro del tecnico. Insomma, Allegri sembrava spacciato. Ma il presunto capolinea non ha fatto altro che trasformarsi nel trampolino di lancio per l’ascesa di questo splendido Cagliari guidato dal tecnico toscano. Dopo il pareggio casalingo contro i rossoneri sono arrivate le vittorie contro Torino e Chievo e la squadra si è sbloccata. Ad essere sinceri i tre punti persi dai granata in quella gara gridano un po’ vendetta, però c’è da sottolineare l’onesta partita dei sardi e la capacità di finalizzare con grande cinismo una palla gol. Il resto del campionato dei rossoblu è storia recente.
"Allegri è un tecnico giovane molto preparato. Le sue squadre si distinguono per la capacità di giocare a pallone. Vuole che i suoi uomini non temano la sfera e abbiano il coraggio di fare ciò di cui sono capaci. Tatticamente dispone i giocatori bene in campo, occupando ogni parte del campo, cercando di intasare gli spazi in fase di non possesso per non permettere agli avversari di colpire. La fase offensiva, invece, si compone di due diverse parti che si alternano in base alle necessità della partita. Nel primo caso si cerca di manovrare, i calciatori giocano la palla ragionando, senza calciare via o cercare gli attaccanti con lanci tanto lunghi quanti inutili. Il secondo caso si attua quando si recupera palla: gli undici in campo provano a ripartire con rapidità tentando di sorprendere gli avversari. Ma attenzione, non si tratta di un contropiede qualsiasi e casuale, bensì di un disegno di gioco ben preciso. E diverse squadre sono capitolate sotto questi attacchi. Chiedere alla Juventus per informazioni..
© RIPRODUZIONE RISERVATA