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toro
Sta per calare il sipario sul Toro di Cimminelli e Romero. Lunedì prossimo, 3 ottobre, o eventualmente venerdì 7, in seconda convocazione, si svolgerà l’assemblea dei soci che ratificherà la messa in liquidazione del Torino Calcio 1906, non iscritto al campionato il 9 agosto, dopo l’ultima e definitiva bocciatura del Consiglio di Stato.Verrà nominato, a questo punto, un curatore fallimentare, che dovrà trovare un accordo in primis con i creditori privilegiati (innanzitutto il fisco, per la famigerata vicenda dei 39 milioni di euro di Irpef non versata) e poi con tutti gli altri soggetti che vantano arretrati nei confronti della ormai defunta società. I tempi giuridici, è noto, sono tutto tranne che celeri e mentre sul forum di toronews è già rintracciabile la lista degli oggetti che finiranno all’asta, si torna a parlare dei trofei del Toro. Il prode Romero (c’è da credergli?) ha detto che sono stati consegnati al segretario Minardi, che ha provveduto a custodirli, ma ora che fine faranno? La vecchia società aveva detto di essere pronta a restituirli a colui che avrebbe dato continuità alla storia granata, cioè al nuovo Torino FC di Cairo, ma i titoli sportivi sono una cosa, le coppe e i trofei sono simboli materiali, che non potranno che finire sotto la tutela del curatore fallimentare.A questo punto gli scenari diventano tre: il curatore li dona gentilmente a Cairo con un gentleman agreement (difficile), viene fissata un prezzo base e le coppe finiscono all’asta (l’ipotesi più probabile), interviene il sindaco Chiamparino, che dichiara di interesse pubblico della città i cimeli, che diventano quindi di proprietà del Comune (possibile ma difficilmente praticabile). Nel caso, i trofei vengano messi all’asta, la speranza è che Cairo possa riportarli a casa pagando quello che è giusto, ma senza che nessuno intervenga a far lievitare il prezzo, con azioni di sciacallaggio. Il Toro è stato già spolpato di tutto, speriamo che venga evitato il triste spettacolo di un Giovannone di turno che vuole provare a farci la cresta, tentando di portare a casa simboli della storia granata che devono finire nella bacheca della nuova sede. Se ci troviamo in questa situazione, non dimentichiamoci di ringraziare i due signori citati all’inizio. Per fortuna ce ne siamo liberati, anche se abbiamo dovuto pagare un prezzo salatissimo.
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