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Facendo propria la “politica del gambero”, il Torino dopo aver apparentemente fatto dei passi avanti ritorna a marciare all’indietro. Così, con una sconfitta ogni tre partite, la squadra di Colantuono...
"Facendo propria la “politica del gambero”, il Torino dopo aver apparentemente fatto dei passi avanti ritorna a marciare all’indietro. Così, con una sconfitta ogni tre partite, la squadra di Colantuono rimane comunque agganciata nel gruppone di vetta solo perché nessun’altra compagine della serie cadetta sta dominando il torneo prendendo già il largo in classifica. Il risultato di una partita, come abbiamo spesso ricordato, conta molto ma non è tutto perché il modo attraverso il quale matura ci fa leggere anche il futuro: se i risultati passano attraverso il gioco ed un’identità ben definita di squadra, questi arrivano in qualsiasi categoria. Viceversa la casualità sarà sempre foriera di estemporaneità. Ed a questo interrogativo, ad oggi, il Torino di Colantuono non ha ancora risposto né si è distaccato più di tanto da quello dei suoi predecessori nonostante i segnali incoraggianti di inizio stagione. Se si considera che i punti raccolti finora dai granata portano tutti il nome di Bianchi e che quando il bomber non centra il bersaglio arriva puntuale la sconfitta si può avere la percezione che la squadra sia dipendente dalle giocate del singolo e non viceversa anche se si potrebbe obiettare che il singolo finalizza il lavoro dell’intera squadra o che essendo un elemento della stessa va bene anche così (l’Inter ha dominato il campionato scorso quasi esclusivamente grazie ad Ibrahimovic). Però, pur ammettendo che lo stato di forma del bomber resti sempre su questi livelli e che si riesca a tornare in A, non si può ragionevolmente pensare che lo stesso andazzo si ripeta. Sia perché il Bianchi ottimo in B sarà discreto o al massimo buono in A, sia perché alla lunga tutti i nodi vengono al pettine. Un’ultima annotazione: il Torino conferma ancora una volta i suoi limiti quando si trova in svantaggio. Ora, se capita una volta può essere un caso ma se il “reato” è reiterato ciò diviene un’aggravante punibile con una maggiorazione della pena (leggasi allenamenti, magari anche mentali, specifici per uscirne fuori definitivamente). Altrimenti è inutile chiamarsi Torino, anche in serie B.
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"(foto M.Dreosti)
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