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Il calcio non ha voglia di cambiare

Redazione Toro News

Al Senato è stato votato il decreto, battezzato "anti ultrà", contro la violenza negli stadi, con 246 sì e 5 astenuti, ora la palla, si fa per dire, passerà al Parlamento per l'approvazione. C'è una...

Al Senato è stato votato il decreto, battezzato "anti ultrà", contro la violenza negli stadi, con 246 sì e 5 astenuti, ora la palla, si fa per dire, passerà al Parlamento per l'approvazione. C'è una nota stonata in tutto questo: la violenza, secondo le sensazioni generali, parte sempre dagli spalti, dai tifosi facinorosi, da chi va allo stadio solo per combinare guai, mossi chissà da quali disegni politici o interessi economici. In realtà i disordini spesso partono dal campo, dai cattivi esempi che campioni super pagati e al centro dell'interesse mediatico riescono a dare allo sport più seguito del mondo.

"Martedì sera in Champions League si affrontano la super Inter dei primati italiani (un po' meno eclatanti in Europa...) e il Valencia di Amedeo Carboni, vecchia conoscenza del calcio italiano ed ora dirigente degli spagnoli. Tutto sembra andare a meraviglia fino al fischio finale dell'arbitro, a questo punto si scatena l'inferno di una furibonda rissa. Non siamo sui campi degradati di periferia, ma in uno stadio europeo di fronte a milioni di spettatori in cui giocano i campioni più osannati. Parte un giocatore dalla panchina spagnola, tale Navarro che si appropria della maglietta di un avversario e poi come un trofeo inizia a correre all'impazzata. Sembra un'azione di rugby, ma purtroppo della lealtà di questo sport c'è ben poco. Burdisso si ritrova con il setto nasale fratturato e l'Uefa ha subito aperto un'inchiesta che porterà a delle sanzioni senza dubbio pesanti per entrambe le squadre. L'udienza avrà luogo mercoledì 14 marzo: oltre alle due società, saranno chiamati a rispondere per condotta gravemente antisportiva gli spagnoli Marchena e Navarro e gli interisti Burdisso, Cordoba e Maicon.

"Intanto è partita l'indignazione popolare per quanto successo, dal Ministro Melandri alla maggioranza degli addetti ai lavori, per arrivare al "solito" Matarrese, che non si scompone più di tanto: "In fondo è tutto mondo e paese...", le cose vanno così, che vogliamo farci? Proprio dopo la partita di domenica tra Fiorentina e Torino avevamo voluto sottolineare il fair play che c'era stato in campo e sugli spalti e pochi giorni dopo siamo stati costretti a subire quelle sciagurate immagini di Valencia. Dopo i fatti di Catania Gad Lerner aveva apostrofato duramente la mancata presa di posizione dei giocatori sulla violenza nel calcio e si era preso un bel "vergognati" dall'Avv. Campana, presidente dell'Associazione Calciatori, una categoria che vorrebbe essere sempre al di sopra di ogni sospetto. I campioni devono pensare a giocare, giusto, ma proprio mentre scendono in campo diventano attori sotto i riflettori puntati, con migliaia, anzi milioni di spettatori che li osservano nei minimi comportamenti.

"Visto che il buonsenso nessuno lo vuole usare ma deve sempre intervenire una legge repressiva, forse occorre aggiungere qualche nuovo articolo al decreto sulla violenza negli stadi: anche i giocatori che fanno scoppiare le risse in campo devono essere puniti in modo esemplare, proprio come i tifosi colti sul fatto. Squalifiche e ammende sono troppo soft ormai, mandiamo i cosiddetti campioni che sgarrano a svolgere lavori socialmente utili, forse capiranno meglio i privilegi che detengono e scenderanno in campo con meno rabbia e qualche sorriso in più. (Foto Repubblica)