Dopo due vittorie il Torino quest’anno è sempre caduto, è la quarta volta che succede, sintomo che non ha la maturità necessaria per compiere quel salto di qualità e di continuità che servirebbe per venire promossi in un campionato veramente equilibrato verso il basso.
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Il gioco dell’oca
Oggi per i ragazzi di Colantuono era indispensabile non perdere ma il Torino ha affrontato la partita con un ritmo molto basso, rinunciando a pressare i portatori di palla marchigiani che così facendo hanno mantenuto a lungo il possesso della palla imbastendo tra l’altro le due azioni dei gol.
La difesa oggi ha compiuto errori a ripetizione ma le distanze fra i reparti non erano quelle giuste e difensori sono stati costretti a un lavoro superiore causa del poco filtro dei centrocampisti, si veda ad esempio la prima rete dove nessuno (prima Leon e poi Pestrin) segue l’inserimento di Surraco che arriva così indisturbato a calciare in porta.
L’Ancona oggi non aveva nessun esterno difensivo di ruolo ma il Torino non l’ha mai impensierita a dovere sulle fasce e dire che le poche occasioni da rete che si è creato sono venute proprio da cross, un errore l’aver insistito poco e soprattutto non essere mai riusciti ad innescare la velocità di Antonelli. Genevier per tutto il primo tempo è stato ai margini del gioco granata e la manovra infatti ne ha risentito, molta confusione a centro campo, solo qualche buona sovrapposizione sulla fascia sinistra tra Leon e Rubin
Inutile poi è stato lo sdoganamento di Belingheri pur mettendolo nel ruolo che più gli si addice, il centrocampista bergamasco ha giocato sempre al piccolo trotto risultando impalpabile sia come spalla di Bianchi che come aiuto ai centrocampisti
Infine è apparsa troppo rinunciataria la mossa di inserire Zoboli per Loria quando mancavano dieci minuti alla fine e si stava perdendo, probabilmente osando di più si sarebbero create più occasioni anche se ad onor del vero il Torino ha avuto la palla per pareggiare la partita, ma nella mischia il tiro di Bianchi è stato troppo centrale e il portiere non ha avuto difficoltà a respingerlo
Lo spirito che aveva mostrato all’inizio il nuovo Toro di Petrachi sembra che piano piano stia sparendo, prova ne è che oggi il Toro ha dato segni di risveglio quando era andato sotto di due reti.
Sembra che la squadra patisca sempre la prova di maturità dopo che viene da due vittorie consecutive e invece di affrontare l’incontro con lo spirito del più forte entra in campo sempre in maniera dimessa e svogliata, quasi con sufficienza.
È su questo fattore psicologico che il Torino deve interrogarsi per migliorare, risolvere questo problema e migliorare nell’organizzazione di gioco sia in fase di possesso palla che in fase difensiva sarebbe decisivi per poter avere ancora qualche speranza di promozione, diretta o indiretta che sia. Un vero peccato non riuscire ad avere un minimo di continuità in un campionato dove ogni settimana escono con regolarità i risultati più impensabili, oggi addirittura le quattro vittorie esterne erano impronosticabili a tal punto che chi avesse scommesso su questi quattro eventi avrebbe vinto una somma pari a 500 volte la cifra giocata, tra le quattro sconfitte interne c’era anche quella del Lecce.
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