Il 4-2-3-1 del Napoli di Luciano Spalletti sfiderà il 3-4-2-1 di Ivan Juric. Cosa aspettarsi domenica alle 18 dal punto di vista tattico tra i partenopei e i granata? Uno dei cardini del nuovo Napoli del tecnico toscano è la velocità dei due difensori centrali. La coppia titolare composta da Manolas e Koulibaly permette ai campani di aggredire alto perché sono entrambi veloci e la palla alle spalle non la patiscono molto. In fase di possesso è Koulibaly a occuparsi maggiormente dello sviluppo della manovra e alcune volte il giocatore africano, dopo aver scaricato il pallone sull’esterno, scatta in avanti sulla fascia creando situazioni di superiorità numerica. Il Napoli tende ad attaccare con diversi effettivi. Predilige il fraseggio piuttosto che il cross in mezzo all’area di rigore. Solo il Sassuolo infatti ha effettuato meno traversoni in questo primo scorcio di campionato. Nel contempo nessuno ha tenuto di più il pallone nella metà campo avversaria: Insigne e compagni in media la mantengono per quasi 14’ a gara e sono secondi per possesso palla complessivo in Serie A (meglio solo la Lazio dell’ex Maurizio Sarri).
Il Tema
Il Napoli ama fraseggiare e gioca con la difesa alta: il Torino può pungere
I temi tattici del match di domenica tra il Napoli di Spalletti e il Torino di Juric
PUNTI DI FORZA - Queste caratteristiche del Napoli fanno sì che la capolista sia molto produttiva sotto porta. Si spiegano così il secondo miglior attacco del torneo e il secondo posto a pari merito con l’Inter per numero di tiri effettuati (112, di cui 48 in porta). È un Napoli che, campeggiando molto nella metà campo avversaria con il pallone tra i piedi, non deve macinare troppi chilometri nell’arco della gara. Solo Salernitana e Sampdoria hanno infatti corso fin qui di meno, eppure i risultati del Napoli sono stati pressoché perfetti in Serie A, segno che la differenza la fa la qualità e non la quantità della corsa. Il Napoli in fase di rifinitura e finalizzazione utilizza molto spesso gli esterni, i quali tendono ad accentrarsi per provare il tiro a giro sul palo opposto oppure per dialogare con Osimhen o con il trequartista in modo tale da creare delle triangolazioni al limite dell’area. Quest’ultimi dialoghi servono per poi tentare di concludere l’azione con un tiro dal limite o per inserirsi negli spazi in area di rigore, creati dal movimento dell’attaccante.
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CONTRO MOSSE - Considerato il rendimento di inizio stagione, Osimhen sarà da tenere particolarmente d’occhio. Come detto, non è pericoloso soltanto dal punto di vista realizzativo ma è una preziosa fonte di costruzione del gioco. Al “Diego Armando Maradona” di Napoli il Torino dovrà inoltre prestare attenzione sulle corsie, dove il Napoli cerca di presentarsi in superiorità numerica. Non indifferente sarà la mole di lavoro della mediana granata, anche perché i fraseggi e i movimenti partenopei sono spesso rapidi e imprevedibili. I punti di forza del Napoli dunque appaiono molti, ma il Torino può dire la sua in fase offensiva. La difesa alta del Napoli può essere bucata. Serviranno precisione chirurgica e tempi di gioco perfetti. E poi l’aggressione in avanti della squadra di Juric potrebbe innervosire il gioco del Napoli, rendendolo meno fluido e più falloso.
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