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Il pacato Longo sfida l’appariscente Zenga: chi ha cambiato di più la sua squadra?

Il pacato Longo sfida l’appariscente Zenga: chi ha cambiato di più la sua squadra? - immagine 1
Il confronto / Due carriere molto differenti per gli attuali allenatori di Torino e Cagliari, oggi l’uno di fronte all’altro
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Moreno Longo sfida Walter Zenga per la prima volta in carriera. Per il granata sarà la sesta gara sulla panchina del Torino, per il rossoblù appena la terza. Di fronte ci saranno due tecnici subentrati da pochissimo tempo, chiamati in corsa per cercare di invertire la rotta, avendo ereditato due squadre in profonda crisi di risultati sebbene in una situazione di classifica completamente diversa. Longo ha preso in mano una squadra sull’orlo del baratro e soltanto negli ultimi 180 minuti post-Covid 19 il Torino si è risollevato, tornando a fare punti dopo ben sei sconfitte di fila (tre delle quali patite dallo stesso Longo). Zenga, invece, è subentrato a Rolando Maran, che dall’avvicinare il suo Cagliari alla zona europea si è ritrovato in pochi mesi triturato dalla “macchina calcio” ed è stato esonerato per un calo troppo accentuato della sua formazione. La sfida della Sardegna Arena dunque dirà chi dei due allenatori è riuscito ad incidere di più sulla rispettiva squadra.

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DUE CARATTERI DIVERSI - Caratterialmente Longo e Zenga sono molto distanti. L’ex portiere dell’Inter non fa nulla per non apparire. Qua e là in giro per la penisola ha fatto parecchie dichiarazioni forti e non convenzionali, che poi, molto spesso, ha pagato con la stessa panchina (celeberrima l’uscita del luglio 2009 a Palermo, “Io punto allo scudetto”, che è stata seguita quattro mesi dopo dall’esonero). Avendo avuto alle spalle una brillantissima carriera da portiere, Zenga non disdegna nemmeno il mezzo televisivo, che abitualmente frequenta quando non è impegnato ad allenare. Anche sul fronte TV tutti ricorderanno il memorabile scontro tra lui e Varriale su Rai Due a Stadio Sprint del novembre 2008, proprio al termine di un Catania-Torino. I due episodi citati, uniti a molti altri, hanno permesso a Zenga di rimanere un personaggio ambito del nostro calcio, anche se da allenatore non ha ancora avvicinato i fasti della sua carriera da portiere.

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CARRIERE ALL’OPPOSTO - Difficile trovare punti di contatto tra Zenga e Longo per svariate ragioni. Esuberante uno, l' "uomo ragno" dei tempi dell'Inter, pacato l'altro. La giusta misura nelle parole e nei gesti, infatti, è uno dei tratti che rispecchia meglio il Moreno uomo. Come allenatore ha accumulato meno panchine rispetto all’illustre collega, ma incide notevolmente il fattore anagrafico, essendo Longo di 16 anni più giovane. Le strade imboccate da Longo e Zenga per arrivare ad allenare ai vertici del calcio italiano sono state diametralmente opposte. L'odierno tecnico del Cagliari ha iniziato la carriera da tecnico in modo inconsueto, allenando per quasi dieci anni all'estero tra Romania, Serbia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti prima di sbarcare nel 2008 a Catania, mentre il granata è partito dalle categorie giovanili dilettantistiche torinesi e con il sacrificio e con una lunga gavetta si è preso la panchina del suo cuore, quella del Torino, e lotterà fino al 2 agosto per strappare una conferma.

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