"Non voglio rimanere in paradiso a dispetto dei santi e ho deciso di mettere in vendita il Toro. Lo darò a chi è più ricco, più capace, più organizzato e più tifoso di me". Sembra attualità, ma queste parole di Urbano Cairo sono datate 2010. Alcune similitudini con l'attualità ci sono in quelle parole rilasciate all'epoca a La Stampa (era il 26 febbraio 2010), alcuni concetti si ripetono, così come il sembrar chiaramente mettere il cartello "Vendesi" alla porta del Toro. Nel 2010, però, tutto si spense in meno di un anno. Certo, quel Torino era forse meno appetibile di quello odierno (giocava in Serie B e aveva pochissimi giocatori di proprietà), così come il campionato italiano era ancora meno appetibile di quello attuale. Forse per queste motivazioni chi aveva tentato di bussare alla porta dei granata non aveva pienamente convinto Cairo di intavolare trattative.
IL TEMA
Il precedente del 2010: quando Cairo mise in vendita il Torino
La Alessandro Proto Consulting e l'italo-americano Calà: i tentativi di acquisto
—Il cartello vendesi all'epoca fu tolto l'8 settembre, poco più di 6 mesi dopo aver aperto a una possibile cessione a fronte di acquirenti seri. Periodo durante il quale di voci (peraltro alcune effettivamente assurde) ce ne sono state. Il basta definitivo fu dato dopo il tentativo di acquisto di Joseph Cala, un italo-americano con la passione per il calcio (ha cercato di acquistare anni dopo anche la Salernitana e poi il Catania) e con un patrimonio - ipse dixit - di miliardi di dollari. L'unica certezza che si ha sull'imprenditore nato a San Cataldo (Caltanissetta) e cresciuto in America è l'arresto nel 2016 dopo aver provato a pagare un caffè alla stazione di Bologna prima con una banconota da 100€ e poi da 50€ in entrambi i casi false. Con lui in viaggio anche un trolley pieno di soldi sempre falsi (6 mila euro). Poi fu la volta della Alessandro Proto Consulting, finanziaria svizzera che a lungo ha lavorato come intermediario per un gruppo di investitori interessati al Toro. La vicenda finì però velocemente: "Sono tutte falsità -e mi sono rotto di dover intervenire su queste vicende. Io non sto vendendo il Toro e nessuno mi ha contattato per comprarlo, però adesso basta con queste pagliacciate". Anche in questo caso l'acquirente non sembra comunque dei più seri: il 12 giugno del 2019 Proto venne arrestato in seguito a una truffa a una donna malata di cancro dopo che la Guardia di Finanza aveva già indagato su di lui nel 2013.
Dal 2010 a oggi: parole simili, acquirenti differenti
—Insomma, Cairo aveva si messo in vendita il Toro, ma - a quanto ci è dato sapere - di concreto non si fece nulla. Se all'epoca i nomi erano i già citati, ora il potenziale sembra essere la Red Bull. Sulla bevanda energetica erano uscite voci anche nel lontano 2010, ma qualcosa di passeggero e che non aveva trovato particolari riscontri. Soprattutto perché fin qui non sono usciti possibili acquirenti come quelli del passato, ma fin qui di concreto - proprio come all'epoca - non c'è ancora stato niente.
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