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Il preparatore atletico Ferretti: “Il Torino è stanco, ma Longo sa cosa fare”

Nicolò Muggianu

Esclusiva / L'ex preparatore atletico del Torino ai nostri microfoni: "Errori commessi dalla gestione precedente, ma Longo sa il fatto suo"

L'ultimo mese ha rivelato una situazione d'emergenza in casa Torino: la squadra è in carenza d'ossigeno e Longo avrà il difficile compito di ridare nuova linfa a una squadra che si trova in un evidente stato di deficit atletico. Ma come si risolve questo problema? Per capirne di più abbiamo contattato Ferretto Ferretti, ex preparatore atletico del Torino e docente di metodologia d’allenamento ai corsi centrali del settore tecnico di Coverciano. Con lui abbiamo provato ad analizzare la condizione fisica del Torino, ultima squadra in Serie A per kilometri percorsi (LEGGI QUI) e in evidente calo atletico da almeno un mese a questa parte.

DATI - Parliamo innanzitutto dei numeri della stagione del Torino. La squadra granata è ultima in Serie A per kilometri percorsi (103.889), con quasi due km in meno di chi la precede in classifica: il Cagliari (105.713). Un dato che, come conferma Ferretti, va però contestualizzato: "Quello che conta quando si analizzano queste statistiche - dice l'ex preparatore atletico del Torino - non è mai la distanza che si è corsa, bensì l'intensità. Conta capire quanti di questi kilometri sono stati corsi a media/alta intensità, ovvero oltre i 20/25 km/h". Prendiamo dunque a campione l'ultima partita di campionato tra Torino e Sampdoria: si nota come la differenza tra le due squadre sia stata proprio nella distanza corsa a velocità "Run", ovvero quella a cui fa riferimento il professor Ferretti. "È chiaro anche che questi dati - prosegue Ferretti - diventano importanti per l'osservatore soltanto quando i risultati non sono all'altezza delle aspettative. Perché se il Torino avesse fatto un altro tipo di campionato, in pochi avrebbero pensato che correre poco sarebbe stato un problema".

LONGO - Il problema però c'è e per Longo non sarà facile da risolvere. Ma Ferretti è convinto che il neo tecnico del Torino abbia tutte le competenze per venirne a capo: "Il problema è frutto della gestione precedente e non è così immediato da risolvere, perché se no anche Mazzarri in due allenamenti avrebbe risolto tutto. La nota positiva per il Torino è che è arrivato un allenatore preparato, che conosco molto bene perché ha fatto il corso di Coverciano con me. Posso dire che è molto preparato anche dal punto di vista atletico e sa il fatto suo, per cui sono sicuro che riuscirà a rimediare". Ma quanto tempo occorrerà prima di vedere i primi risultati? "Quando c'è di mezzo l'organismo - spiega Ferretti - i tempi non sono mai brevissimi. Il Torino non può prendersi un mese di tempo, per cui sarà necessario lavorare quanto basta ma non troppo. Perché poi se si sovraccarica l'organismo si arriva alla partita con le gambe imballate ed è un errore. L'abilità dell'allenatore è proprio quella di capire qual è il limite e spingersi fino a lì ma non oltre".

PROBLEMI - Iconica, in questo senso, una scena durante Torino-Sampdoria che non è passata inosservata agli occhi dei tifosi più attenti. Intorno al 70', Aina e altri giocatori si ritrovano in evidente carenza d'ossigeno, boccheggianti e con le mani sui fianchi. "Qualunque soggetto si prenda in analisi - spiega Ferretti -, anche se prendiamo il campione del Mondo di categoria, è pur sempre un atleta che ha un motore che può esprimere qualcosa. Ma questo motore esprime il suo massimo potenziale solo se è allenato e se è in condizione di farlo. E questa condizione generale del Torino evidentemente non è al massimo".

Ferretto Ferretti

PREPARAZIONE - Quella della carenza atletica però è una problematica che il Torino si porta dietro sin dal ritiro estivo di Bormio, quando Mazzarri - con i preliminari di Europa League a tiro di schioppo - scelse di dare la precedenza alla brillantezza della squadra; trascurando l'aspetto della resistenza. "Quando hai pochi giorni di tempo - spiega Ferretti - bisogna fare delle scelte. Avere impegni così ravvicinati non è mai facile. A me capitò con la Sampdoria e quando giochi una volta ogni tre o quattro giorni non hai mai tempo per allenarti come si deve, perché fai solo allenamenti pre e post partita, dove di atletico non si fa quasi niente. Sicuramente se ad oggi la situazione è questa qualche errore è stato commesso dalla gestione precedente e i dati danno un valore oggettivo di questo. Nonostante questo sono fiducioso e sono sicuro che Longo ne verrà a capo".