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La finale di andata dei playoff tra Torino e Brescia verrà certamente ricordata più dagli amanti del wrestling che da quelli del calcio mentre la direzione dell’arbitro Damato rischia di arricchire la...
"La finale di andata dei playoff tra Torino e Brescia verrà certamente ricordata più dagli amanti del wrestling che da quelli del calcio mentre la direzione dell’arbitro Damato rischia di arricchire la già florida bacheca delle ingiustizie perpetrate dalle ex giacchette nere ai danni della gloriosa maglia granata. La partita inizia subito col botto, anzi con le botte, per la precisione quelle del paraguayano Mareco al capitano Bianchi. Dopo appena 2’ dal fischio iniziale i granata dovrebbero già trovarsi in superiorità numerica e con un rigore a favore a causa di una gomitata in piena area ed in pieno volto ma né Damato né il suo assistente si accorgono di nulla! Poco più tardi il paraguayano continua ad intimidire Bianchi ed a lasciargli i segni dei suoi gomiti sul volto: stavolta il fallo è sulla trequarti e Damato riesce ad ignorare anche stavolta salvo concedere anzi il calcio di punizione contro il bomber per un presunto fallo precedente. E’ in questa circostanza che Bianchi viene ferito al labbro e deve ricorrere alle cure del medico del Torino a bordo campo pronunciando quella ormai famigerata espressione rivolgendosi al quarto uomo (perché dunque ricorrere alla prova tv?). I falli e le scorrettezze continuano senza sosta e Damato sembra un pesce fuor d’acqua: continua a ciondolare per il campo senza prendere decisioni appropriate per sedare gli animi. Emblematica l’azione conclusa con un tiro di Bianchi con Dellamano a terra senza che l’arbitro interrompesse il gioco e consentendo il clima da far west che si scatena subito dopo con i giocatori bresciani pronti a “farsi giustizia” sugli incolpevoli granata (ricordiamo che recentemente, oltre alla norma anti-blasfemia ben nota ai lombardi, è stata introdotta anche quella secondo la quale solo l’arbitro ha il diritto-dovere di interrompere un’azione se un giocatore è a terra). Al 17’ arriva, tardiva, l’ammonizione al diffidato Mareco per un fallo su Scaglia. Al 22’ un altro giocatore diffidato delle Rondinelle, Budel, alza il piede per fermare Genevier che lo aveva brillantemente superato guadagnandosi l’ammonizione e rischiando la seconda poco più tardi per un fallo su Gasbarroni. Nel frattempo giallo anche per D’Aiello che al 26’ strattona Caracciolo. Al 46’ Possanzini, ben smarcato da un lancio di Vass, viene giustamente fermato dall’assistente in posizione di fuorigioco. Nella ripresa il metro utilizzato da Damato è meno permissivo e giungono i cartellini gialli a carico di Gasbarroni che atterra da dietro Mareco, di Barusso per lo stesso tipo di fallo su Possanzini, di Martinez per reiterate trattenute ad Arma e di Budel che viene così allontanato dal terreno di gioco per somma di ammonizioni. Nell’ultimo minuto di recupero il fattaccio: Arma è lesto e scaltro a rubare il tempo a Martinez su un innocuo lancio di Gasbarroni e quando ormai lo ha superato, prima di battere a rete e superare Arcari, tira istintivamente la maglia del difensore non traendone alcun beneficio: in questa circostanza l’arbitro di Barletta ed i suoi assistenti sono solerti nel cogliere questa piccola scorrettezza ininfluente dell’attaccante marocchino ed annullano il gol partita. Ma se avessero usato la stessa solerzia all’alba del match, come sarebbe finita?
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