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di Carlo Quaranta
Si è trattato...
"di Carlo Quaranta
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"Si è trattato dell’esordio (il peggiore possibile) per l’arbitro Marco di Bello con il Torino. Trentenne della sezione AIA di Brindisi, questo direttore (a senso unico) di gara si è macchiato di una delle peggiori prove arbitrali viste negli ultimi anni a Torino. I granata, storicamente, non sono mai stati amati dalla classe arbitrale ma, a nemmeno 24 ore da una sentenza choc da parte della corte di giustizia federale, per poco non si sono visti scippare altri tre punti sacrosanti e messi in discussione più che dai meriti del Crotone dai demeriti di quest’arbitro (che può vantare addirittura l’esordio in serie A il 12 aprile in Bologna – Cagliari). Da stigmatizzare comunque la direzione dell’intera terna che sin dalle prime battute ha penalizzato i padroni di casa. I granata hanno sbloccato subito il punteggio e, forse anche per questo, non hanno perso presto la pazienza a causa delle continue e sistematiche segnalazioni di offside dell’assistente Schenone che alzava la bandierina per fermare Antenucci e compagni ad ogni episodio utile, anche se dubbio. In particolare, tra il 25’ ed il 27’ ne sono stati segnalati due a Guberti ed Antenucci che sembravano quantomeno in linea con gli avversari. Al 28’ Guberti all’uscita della propria area di rigore subisce un fallo da dietro: qualsiasi arbitro avrebbe decretato un calcio di punizione ma Di Bello fa proseguire creando i presupposti per un’azione pericolosissima del Crotone. Al 33’ Abruzzese allarga il braccio e colpisce col gomito Oduamadi al limite dell’area calabrese: per l’arbitro non è nemmeno punizione! Al 34’ altra ammonizione mancante per i rossoblu: Mazzotta si butta in area granata appena sente la presenza di Basha ma per l’arbitro non c’è simulazione. Al 37’ ammonito Basha che ferma con un tocco di mano una ripartenza del Crotone. Al 38’ doppio errore: non concede una punizione ad Antenucci fermato fallosamente da Abruzzese (intervento che poteva essere passibile di ammonizione) e poi inverte un fallo fischiando a favore del Toro dopo un intervento con piede a martello di Iori su Caccavallo. Nel secondo tempo anche l’altro assistente, Pegorin, che evidentemente non vuole essere da meno del collega, nel dubbio alza subito la bandierina per fermare in offside Sgrigna. Al 58’ De Giorgio prova una simulazione in area andando a cercare Benussi che intelligentemente si ritrae prima del possibile contatto ma incredibilmente l’arbitro sembra cascarci anche se l’assistente lo ferma in tempo. Non passa nemmeno un minuto che Di Bello si rifà con gli interessi: Ogbonna e Glik sono in vantaggio su Calil ma quest’ultimo, vedendo persa l’occasione si butta su Ogbonna il quale, da terra, resta per diversi secondi esterrefatto vedendo l’arbitro che estrae il cartellino giallo nei suoi confronti e decreta il penalty a favore degli ospiti. Il pubblico nel frattempo è inferocito e comincia ad alzare cori di disprezzo nei confronti dell’arbitro e del Palazzo. Al 70’ ammonito Meggiorini per un tentativo di pressing su un difensore (deciso ma assolutamente non cattivo). Al 72’ Galardo da terra tocca il pallone con la mano ma si prosegue come se nulla fosse. Al 74’ fallo da dietro di Sansone su Basha: ammonizione? Macché! Al 76’ Di Bello raggiunge l’apice ammonendo Vives che in anticipo sul portiere cerca la deviazione di testa e poi si scontra fortuitamente con questo; non è fallo, non c’è carica sul portiere, nulla di nulla ma un Di Bello ormai in stato confusionale vede soltanto granata come se fosse in trans. Al 76’ azione simile a quella del rigore concesso al Crotone ma in area calabrese: Correia e Vinetot affrontano Meggiorni il quale subisce una leggera spinta: il rigore sembrerebbe eccessivo ma se si è dato il primo automaticamente si sarebbe dovuto assegnare anche questo solo che Di Bello usa due pesi e due misure. Infine all’83’ grazia Parisi che rifila una manata ad un avversario: punizione ma senza l’automatica ammonizione; ed al 91’ è indulgente anche con Galardo reo di un brutto fallo su Bianchi. Una prestazione sciagurata, dunque, da parte di Di Bello e dei suoi assistenti ma nonostante tutto il Torino è riuscito, una volta tanto, ad essere più forte di qualsiasi ingiustizia.
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