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Il solito ”pundonor”

Redazione Toro News

di Fabiola Luciani

In Spagna, a qualcuno era balzata in testa un'idea che a me pare meravigliosa. Si trattava di adottare le parole in via di sparizione dal lessico quotidiano, le parole...

"di Fabiola Luciani

"In Spagna, a qualcuno era balzata in testa un'idea che a me pare meravigliosa. Si trattava di adottare le parole in via di sparizione dal lessico quotidiano, le parole antiche, o quelle sostituite senza vera ragione da termini stranieri. Il genitore adottivo si impegnava a utilizzare il termine a rischio di scomparsa, per promuoverne la sopravvivenza e contribuire al suo progressivo rientro nel circolo linguistico. Una di queste parole spagnole è "pundonor", che sta per amor proprio, punto d'onore, ecco. Il Toro in questo scorcio di girone di ritorno ne sta facendo buona prova, di "pundonor"; dopo la terrificante spazzolata a Marassi contro il Genoa e la grigia sconfitta contro la Roma della “bestia”, si è rimessa in sesto con una vittoria e sei pareggi, evitando, per fortuna, un vergognoso tracollo sul modello di quello dell'anno scorso. Non cambieranno le sorti della classifica, né animano la serenità del gruppo e dei tifosi, ma il "pundonor" è comunque una buona cosa, specie in trasferta e mostra che forse, di questa rosa e di questa squadra, qualcosa su cui puntare c'è ancora.

"Hai voglia ad osservare i volti dei giocatori, ad interpretare i segni, a cercare gli indizi. Indovinare quel che farà il Toro prima che scenda in campo è diventata un’impresa improba che nessun istituto di rilevazione sarà mai in grado di stabilire, figuriamoci una tifosa. In questo periodo si sa solo che prova a giocare più con il carattere che con la tecnica, si impegna tanto e nessuna partita si presenta facile. Neanche quella con il Cagliari di Allegri lo è stata. Ma qualche segno bisogna pure provare a coglierlo, raccogliendone qua e là nella trasferta sarda dei granata. E sono solo segni benauguranti, almeno a livello di collettivo. A rivederlo adesso, rispetto a poco più di due mesi fa, per esempio, sembra un altro gruppo. Sarà che finalmente non indossano più quella divisa formale composta da giacca e cravatta, bensì una più comoda, e sportiva tuta da riposo. Un gruppo decisamente diverso: “Sembrano davvero tutti amici, adesso”, dice chi li conosce bene. Forse lo sono sempre stati, forse perché sotto la pioggia uno cerca riparo prima di socializzare. Forse quando esce il sole uno ha sicuramente più voglia di concedersi con gli altri. Forse si vedrà anche nella prossima partita, perché se, a seguito della tua ennesima anonima prestazione offensiva stagionale, riesci a venir fuori con un risultato positivo, peraltro il settimo consecutivo, vuol dire che hai qualità morali prima che tecniche di primo piano. Qualità che, nel caso di una formazione il cui obiettivo dichiarato è la permanenza in massima serie, possono divenire decisive. Vuol dire, insomma, che hai carattere, forza di reazione e, diciamolo pure senza remore, quel pizzico di “fattore Kulo” che caratterizza i periodi felici; quella giusta dose di buona sorte che non guasta mai in campionati lunghi, serrati, difficili come quello italiano. La gara di ieri, infatti, mi appare come la conferma più evidente di un famoso aforisma di Diogene di Sinope: “Preferisco avere una goccia di fortuna che una botte di saggezza”.

"Quando ti svegli la mattina e sai che la sera andrai a dormire diverso, significa solamente una cosa: che quello che deve accadere tra un momento e l’altro cambierà sicuramente il sapore della tua giornata e forse anche il sapore di quelle a venire. Sabato per tutti i tifosi granata sarà una di quelle giornate. E non solamente perché c’è il derby: dove tutti da questa parte del Po hanno sempre dato tale valenza a questa partita, ma soprattutto perché il risultato della sfida cittadina stavolta potrebbe rappresentare il primo capitolo di una storia nuova oppure l’ultimo capitolo della storiaccia vecchia e in entrambi i casi da domenica prossima si parlerà solo di questo. E anche a dar retta a quanto s’è visto sino ad oggi, se c’è una squadra in grado di rilanciare il Toro secondo me, dovrebbe essere proprio la Giuve. Potrebbe essere l’occasione dell’ennesima svolta. Il blasone dell’avversario, la classifica deficitaria, la pressione, nonché la carica stessa dei tifosi dovrebbero corroborare tutta la squadra evitando che ancora una volta si parli di approccio sbagliato alla partita. C’è una settimana per preparare e motivare la squadra per questo evento, perché davvero non “garberebbe” a nessuno uscire senza i tre punti dallo stadio. Spero, neppure al nostro mister “X”.

"Mi sorprendo a canticchiare: è la voglia di sognare, che mi fa dimenticare una vita fatta solo di giornate ad aspettare … Istruzioni per l’uso: a queste parole togliete giornate, mettete partite, e avrete il Toro di adesso; una vita fatta solo di partite ad aspettare ...Chissà, magari l’attesa terminerà proprio sabato sera! Carpe diem.Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.