"“C’è una bandiera da portare in alto, il resto non conta. Servono doti morali oltre a quelle professionali, bisogna lasciare in campo anche il sangue se occorre". Così parlò Marco Giampaolo alla vigilia di Torino-Bologna. Il risultato di ieri è nuovamente sotto gli occhi di tutti, così come la prestazione che stona con le parole spese dal tecnico abruzzese nella giornata di sabato. Ancora una volta il Torino è stato chiamato a vincere e a fare la partita, ma la prestazione è stata incolore e l'obiettivo non è stato raggiunto. La classifica è un perfetto tornasole della prima parte del campionato dei granata. In casa con Crotone, Sampdoria, Udinese e Bologna dovevano arrivare punti e risposte dal progetto di Giampaolo. Su 12 punti disponibili ne sono maturati appena 3 e l'unica risposta che è arrivata è la seguente: con la pochezza qualitativa della rosa 2020/2021 del Torino fare la partita risulta proibitivo e chiunque può strappare un risultato positivo con i granata. Come ormai ripetiamo da alcune settimane, in questo Torino non c'è nulla del calcio predicato da Giampaolo nel corso della sua carriera. La partita col Bologna ha confermato ancora una volta che sono tante le cose che non funzionano. La manovra costruisce poche palle gol, la retroguardia non regge e prende gol a linea schierata, e soprattutto la mentalità vincente è sempre inesistente.
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Nel Torino di Giampaolo troppe cose che non funzionano. E a Miha il punto va stretto
Il Confronto / La componente psicologica resta l'aspetto irrisolto più evidente nella gestione del tecnico abruzzese, ma ci sono grossi limiti sia in fase di possesso che in fase di non possesso
"CONTRADDIZIONI GIAMPAOLO - "La squadra si porta dietro delle difficoltà dal girone di ritorno dell’anno scorso e quest’anno non è ancora riuscita a cambiare il trend" ha dichiarato l'allenatore abruzzese. Parole che sanno di onesta ammissione di colpa. Da agosto si è sempre affermato che Giampaolo aveva bisogno di tempo perché, avendo un'idea di gioco ben precisa, necessitava di più tempo a disposizione per inculcare la sua idea di calcio nei giocatori. Qui, però, non si tratta solo di aspetti tecnici o tattici, si tratta di aspetti puramente psicologici. I due punti persi col Bologna fanno salire a 21 il conto delle lunghezze perse da posizione di vantaggio in questa stagione, ampiamente un record europeo. Il Torino ha degli atavici problemi e Giampaolo per ora non è riuscito a venirne a capo. Probabilmente è questo l'aspetto più grave della sua gestione, al netto delle co-responsabilità di società e calciatori che esistono eccome. Ad esempio il centrocampo granata, pur cambiando gli interpreti, ha enormi limiti: è uno dei meno dotati tecnicamente dell'intera Serie A. Ieri, ancora una volta, le difficoltà granata nel fare la partita sono emerse puntuali. E Giampaolo ha evidenziato che è bastata la pressione orientata del Bologna su Bremer nel secondo tempo per mettere in difficoltà la costruzione dal basso del Torino, perché nessuno tra i centrocampisti è stato in grado di dare un degno supporto al brasiliano.
"IZZO E I NUOVI - Il Bologna di Sinisa Mihajlovic non ha fatto niente di straordinario a Torino. Il serbo ha gestito le numerose assenze e ha cercato di giocare sulle fragilità attuali del Torino. Ha portato a casa un buon punto, probabilmente quello che aveva preventivato alla vigilia anche se poi, in conferenza stampa, ha sottolineato come il suo Bologna avrebbe meritato qualcosa in più. Il Torino, invece, aveva bisogno d'altro, considerata la posizione di classifica ben diversa rispetto ai felsinei. Giampaolo è tornato al 4-3-1-2, dovendo però rivedere lo schieramento alla mezz'ora complice l'infortunio di Bonazzoli. Izzo è stato preferito a Vojvoda nel giorno dell'assenza causa squalifica di Singo. La gestione di Izzo da settembre ad oggi apre più di un interrogativo ed è probabilmente lo specchio di un sistema che ha mille e più falle. Se Vojvoda entra all'ultimo e Bonazzoli esce troppo presto, gli altri acquisti estivi deludono. Detto delle difficoltà dei centrocampisti (Gojak e Linetty), bisogna rimarcare le lacune da terzino di Rodriguez. Il quadro che emerge è pessimo e i segnali che possano indurre all'ottimismo, in questo momento, non sono certo numerosi.
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