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Il Torino è competitivo. Ma adesso completatelo

Gianluca Sartori

Il punto / Il collettivo di Mihajlovic ha le potenzialità per fare bene. Ora sarebbe un peccato non terminare degnamente il buon lavoro fatto sul mercato

"E' da apprezzare la prestazione di ieri del Torino, che nella prima gara casalinga del campionato ha superato il Sassuolo per 2-0. Non scintillanti sul piano del gioco, i granata hanno saputo fare ciò che non riuscì loro a Bologna: interpretare i momenti del match e affondare i colpi quando era necessario. Il mister sassolese Cristian Bucchi non sbaglia quando afferma che la differenza l'hanno fatta un colpo da campione (quello di Belotti, per l'1-0) e un errore individuale (quello di Duncan, per il 2-0). Ma le vittorie, specie contro squadre ostiche, si ottengono anche così: con i colpi dei pezzi da novanta e con il cinismo nell'approfittare dell'errore altrui.

"Proprio per questo si può avere la legittima convinzione che il Torino sia all'altezza di lottare per le convinzioni europee. Ci sono i giocatori che possono risolvere le partite (certo, sempre che Belotti rimanga, ma arrivati a questo punto se ne può essere convinti), c'è un gruppo solido che rispetto alla scorsa stagione parte col vantaggio di conoscersi meglio, dopo una stagione di lavoro. L'intelaiatura della squadra è simile a quella dello scorso anno, ma è stata rifinita in alcuni punti cruciali con giocatori veri, in grado di dare qualcosa in più, come Sirigu, N'Koulou e Rincon.

"La nostra posizione è decisamente favorevole alla campagna acquisti condotta quest'estate da Cairo e Petrachi: oculata ma intelligente. Giocatori come N'Koulou sono la dimostrazione che il costo di un giocatore non è per forza correlato alla sua qualità. Ma sarebbe un peccato, ora, non completare il lavoro fatto. A Mihajlovic serve ancora un giocatore offensivo di livello. Nei mercati estivi degli ultimi anni del Torino c'è sempre stato un quid che mancava per poter definire la squadra veramente completa. L'anno scorso un difensore centrale (Vida e Simunovic per motivi diversi non arrivarono e il buco non fu colmato), nel 2015 un regista per il 3-5-2 venturiano, nel 2014 un attaccante importante in grado di sostituire Cerci (nel gennaio dopo, seppur con qualche mese di ritardo, si azzeccò il colpo Maxi Lopez). Tutto comprensibile, per carità, visto che il Torino non è il Real Madrid. Ma cosa buona e giusta sarebbe imparare dagli errori del passato, apporre dei correttivi e consegnare a Mihajlovic quello di cui ha bisogno, in modo da non riporre di nuovo le ambizioni nel cassetto dei rimpianti.