gazzanet

Il Toro a Udine cerca rivincite

Gianluca Sartori Direttore 
Il 10 febbraio di quest'anno fu 1-0 per i friulani, con un Toro furioso con l'arbitro

 

Tante motivazioni per il Toro domenica prossima a Udine: la ricerca di punti per progredire verso la salvezza anticipata e per tenere dietro una concorrente, l'intenzione di invertire una tendenza recente assai negativa per i granata al Friuli, e anche la voglia di una “vendetta” sportiva per come andò l'ultima volta in terra udinese.BANTI DA DIMENTICARE – Tante recriminazioni accompagnarono il ritorno della squadra di Ventura a Torino dall'ultima trasferta a Udine. Era il 10 febbraio scorso, e si giocava la 24° giornata della Serie A 2013-2014. Il Toro era nel periodo migliore del suo campionato, reduce da sette risultati utili consecutivi, e cercava a Udine conferme importanti. Inizio di partita in salita, per il gol di Pereyra al 7' che insaccò un comodo tap-in dopo un tiro di Di Natale respinto da Gillet. Il Toro però riuscì a reagire e giocò una buona partita, penalizzata da una pessima prestazione dell'arbitro Banti di Livorno che non fischiò due solari calci di rigore per i granata, per un atterramento in area friulana di Santana da parte di Allan nel primo tempo e per un gioco pericoloso di Benatia su Glik nella ripresa. A rincarare la dose, una traversa di Cerci, che con un gran sinistro da fuori area quasi demolì la traversa di Padelli, quel giorno titolare per l'assenza di Brkic. Ecco perché i tifosi granata sperano di poter rendere "pan per focaccia" ai friulani...PUNTI SALVEZZA IN PALIO – Sarà una partita, quella di domenica, importantissima anche per la classifica. Non deve ingannare il settimo posto attuale, la classifica è davvero corta e poco ci vuole per ritrovarsi a ridosso della zona calda. Glik e compagni dovranno allora essere bravi a tenere alta l'attenzione per conquistare un risultato utile ed avvicinarsi ulteriormente a quota 40 punti, per poi cercare di chiudere l'anno nel migliore dei modi in casa contro un lanciatissimo Chievo di Eugenio Corini.