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di Edoardo Blandino
Rieccoci. A distanza di un anno sembra di vivere un déjà vu. Appena una stagione fa il Torino lasciava tornare a casa tutti quei giocatori su cui, al...
di Edoardo Blandino
Rieccoci. A distanza di un anno sembra di vivere un déjà vu. Appena una stagione fa il Torino lasciava tornare a casa tutti quei giocatori su cui, al momento del prestito, aveva faticosamente strappato delle clausole di riscatto. Che fossero del 50% o dell'intero cartellino poco è importato. La società granata si è buttata a capofitto su D'Ambrosio ed ha salutato tutti gli altri. Poi, passate alcune settimane, Petrachi è tornato a bussare alla porta dei suoi colleghi direttori sportivi chiedendo di avere nuovamente in prestito alcuni uomini. È successo così con Garofalo ed è successo lo stesso per Genevier, salvo poi far saltare la trattativa nel momento in cui il francese si è infortunato.
Oggi, una stagione dopo, siamo di nuovo punto a capo. Oggigiorno il mercato è ancora più difficile rispetto ad una volta ed operare senza una grossa disponibilità di liquidi da investire rende tutto quasi impossibile, tuttavia stiamo assistendo a quello che è diventato il nuovo modo di operare del Torino (e non solo). L'ultima tendenza è quella di pagare un giocatore per averlo in prestito, fissare il riscatto ad una determinata cifra e poi, al termine della stagione, sedersi ancora al tavolo per trattare al ribasso.
E se non funziona? Iniziamo col dire che se la tattica va a buon fine, allora chi è riuscito ad ottenere un ulteriore sconto passa da vincitore, ma se i negoziati falliscono ecco che c'è il rischio di fare una figuraccia, oltre alla possibilità concreta di perdere il giocatore. Come vi abbiamo rivelato ieri, il Toro proverà ancora ad abbassare il costo del cartellino di Gabionetta. Trattando con l'Hortolanda cercherà lo sconto rispetto agli 800 mila euro pattuiti per il riscatto (oltre ai 400 mila già pagati a gennaio). Petrachì uscirà vincitore o sconfitto?
(Foto: M. Dreosti)
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