toro

Il Toro è forte, ma ancora non lo sa…

Ventura in Torino-Milan Toro
Tocco di Mano / Non è mal di trasferta, non è un problema di organico
Manolo Chirico

Il Toro di quest'anno è forte! Ma forte davvero. Come non accadeva da anni. La squadra di Ventura ha dimostrato in più occasioni di essere perfettamente in grado di impostare e gestire le partite a proprio piacimento: una qualità tipica delle grandi squadre.

14 punti (quattordici!) in classifica non sono pochi e ciò che lascia l'amaro in bocca più di ogni altra cosa, è pensare che potevano essere molti di più. Un punto perso contro il Chievo (almeno), tre regalati al Carpi: questi i casi più eclatanti.

Il Toro è forte, ma il calcio non lo sa. E non potrebbe essere diversamente, dato che la squadra per prima non sembra essere totalmente convinta dei propri mezzi. Delle proprie capacità.

É questa la differenza sostanziale che passa tra i granata e chi - come la Fiorentina prima e la Roma poi, ad esempio - è stato in grado di prendersi ciò che gli spettava, quando gli spettava. Con quell'atteggiamento gagliardo e spregiudicato, come a dire: "Quel posto è mio. Me lo merito, me lo prendo!"

Il Toro è forte, ma ancora non lo sa. Ecco cosa manca per fare il definitivo balzo in avanti. Non è questione di organico o di mal di trasferta. Di corsi-e-ricorsi, di cabale, numeri e statistiche. Chiamatela mentalità, chiamiamolo timore reverenzialenei confronti di se stessi. Il risultato non cambia. Questo è il vero problema, il limite ultimo da superare.

Chi ha tempo, non aspetti tempo - cita un vecchio proverbio popolare -. Prima la squadra di Ventura prenderà piena coscienza dei propri mezzi, prima sarà in grado di esprimere appieno il proprio potenziale. E a quel punto, in pochi potranno resistergli.

Perché il Toro di quest'anno è forte. Ma forte davvero. Come non accadeva da anni. Il problema, è che in tanti - troppi - devono ancora capirlo...