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Il Torino si è presentato al cospetto del Milan senza timori reverenziali, conscio che sarebbe stata una partita difficile, ma non intenzionato a fare la vittima sacrificale. E questo atteggiamento si è rivelato...
"Il Torino si è presentato al cospetto del Milan senza timori reverenziali, conscio che sarebbe stata una partita difficile, ma non intenzionato a fare la vittima sacrificale. E questo atteggiamento si è rivelato efficace. Il Milan ha sicuramente avuto più occasioni per andare in gol, ma un super Sereni ha parato tutti i tiri indirizzati nello specchio della sua porta. Per il resto il tabù delle partite casalinghe anche questa volta si è presentato ed ha impedito ai rossoneri di sfruttare al meglio le occasioni che sono loro capitate. Un’ora dopo la fine della partita, Adriano Galliani ai microfoni di Milan Channel ha accusato gli arbitri di avere in questo campionato danneggiato più volte il Milan, per la precisione quattro, dicendo che doveva esserci un rigore contro il Torino al nono del secondo tempo, quando in area Natali ha dato una spallata ad Ambrosini. Facciamo subito chiarezza su questo episodio. Effettivamente Natali in un’azione di contrasto ha dato una spallata ad Ambrosini e l’arbitro Tagliavento era a pochi metri e senza essere coperto da nessuno. Il rigore poteva anche essere dato e non sarebbe stato uno scandalo, ma il direttore di gara ha giudicato questo intervento di gioco uno di quegli episodi che avvengono normalmente in area di rigore e che, se fossero sempre sanzionati, tutte le partite finirebbero con almeno due o tre rigori per parte.Il pareggio è meritato perché il Torino ha retto a tutti gli assalti del Milan e nelle ripartenze ha creato anche delle difficoltà ai rossoneri. Tutta la squadra ha contribuito a questo risultato positivo, meritandosi i complimenti. I ragazzi di Novellino partono un po’ timorosi, ma con il passare dei minuti, nonostante il Milan giochi di prima e si renda pericoloso due volte con Gilardino ed una con Kakà, il coraggio prende piede ed appena i rossoneri abbassano il ritmo i granata ripartono e si fanno vedere dalle parti di Dida. Sereni è sempre attento e pronto ad agguantare o a deviare tutti i palloni che arrivano dalle sue parti. Seedorf e Pirlo formano un asse che crea parecchie difficoltà al Torino, ma Kakà e Gilardino non sono in giornata di grazia. Il brasiliano cerca continuamente spazi che vengono negati dal centrocampo granata o chiusi dalla difesa quando si approssima all’area, il biellese riesce ad essere quattro volte in fuorigioco nei primi tredici minuti di gara. Zanetti a centrocampo sembra moltiplicarsi, Motta parte sulla sinistra, ma viene quasi subito spostato da Novellino sulla destra e con Comotto frena le avanzate milaniste e appena ne ha l’occasione riparte. Natali soffre un po’ le incursioni centrali del Milan, ma di testa anche su Nesta non sbaglia un intervento, Dellafiore si fa sorprendere una sola volta da Giardino al diciannovesimo del primo tempo, ma lo ostacola quanto basta per renderlo impreciso davanti a Sereni, per tutto il resto della gara è preciso e puntuale. Di Michele, al suo debutto stagionale dopo la lunga squalifica, è sceso in campo con la voglia di essere utile, non è andato in gol come sperava ma si è sacrificato per la squadra arrivando a prendersi un’ammonizione per un contrasto difensivo nei confronti di Ambrosini. E’ rimasto in campo per tutta la partita, l’occasione più pericolosa gli è capitata al quarantaduesimo della ripresa quando scivola e non riesce a caricare a dovere il sinistro e finisce per appoggiare a Dida. L’intesa con Rosina, Ventola prima e Bjelanovic poi non è ancora perfetta, ma gli basterà giocare qualche partita per dare grandi soddisfazioni ai tifosi, a se stesso, ai compagni, al mister e al presidente che ha creduto in lui.Per far sì che la classifica del Toro assuma connotati più consoni al valore di questa squadra bisogna recuperare definitivamente gli infortunati e scendere in campo sempre con la consapevolezza che si può tener testa all’avversario e per tutta la durata della partita restare concentrati nella fase difensiva ed essere cinici e precisi sottoporta. Fra sette giorni la partita con il Catania dirà se la mentalità vincente è parte di questo Toro.
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