Quando il centrocampo è di qualità nessun risultato può essere precluso per questo Toro. E lunedì si è visto contro l’Udinese, con scambi veloci, triangolazioni, azioni ariose che hanno portato i granata sempre a schiacciare gli avversari per almeno 75 minuti. Una bella continuità di gioco con poche pause.
CONTROCORRENTE
Il Toro vince e convince con l’Udinese. E Vanja “segna” al 90′ il gol vittoria
Torna l'appuntamento con Controcorrente di Gino Strippoli: "Pressing, triangolazioni e velocità di esecuzione sono stati i condimenti della prestazione granata"
Un centrocampo che ha funzionato non solo in fase di possesso ma anche quando il Toro per troppa precipitazione sbagliava qualche passaggio il recupero sugli avversari è stato immediato. Quella linea formata dalla mediana Lukic-Pobega è stata insuperabile, aiutata dai due trequartisti Brekalo e Praet che per primi sono sempre andati a pressare sul possesso palla avversario.
E’ stato un vero Toro, con Belotti che ha dato segni evidenti di risveglio per caparbietà e anche se non ha trovato il gol, nonostante ci abbia tentato più volte con i suoi tiri rimpallati in angolo, è stato decisivo come pivot con l’assist per la rete del vantaggio granata.
Già, la prima rete, un tiro al fulmicotone, secco, potente e micidiale, di Brekalo. Un capolavoro per la rapidità con cui mente e gamba del croato si sono sincronizzati. Non solo il gol per 14 granata, che è stato importante nell’economia del gioco con i suoi guizzi e i suoi dribbling secchi e rapidi.
Sin dai primi minuti si è capito quanto il Toro avesse voglia di ritrovare la vittoria. Tutti i giocatori granata hanno svolto al pieno il loro compito e se proprio dobbiamo trovare l’ago nel pagliaio possiamo indirizzarlo al primo tempo di Vojvoda, spesso in difficoltà sulla sua fascia. Molto meglio Aina che si è anche proposto più volte in avanti regalando proprio al 27 granata un assist al bacio che ha sprecato con uno scialbo colpo di testa. Nel secondo tempo il kosovaro si è invece reso più utile per difendere la vittoria.
Con queste riflessioni sembrerebbe che l’Udinese non sia esistita, in realtà è stato bravo il Toro a chiudere bene gli spazi e a fare un ottimo pressing e la linea difensiva granata è stata perfetta diventando una sorta di linea Maginot in cui si sono sempre infrante le conclusioni degli avversari. Ottima la prova di Djidji, sicuramente la più bella partita disputata dal centrale granata sia in fase difensiva sia quando ha lanciato un bel contropiede o si è buttato in avanti in un estemporanea cavalcata.
Bravo anche Buongiorno a torreggiare contro chiunque sui palloni alti, idem per Bremer che è diventato il gioiello di questo Toro, oltre a diventare anche un goleador convinto.
Ma il gol più bello lo ha realizzato sicuramente Milinkovic-Savic! Eh sì, perché la sua parata al 90' ha salvato il Toro portandolo alla vittoria. Il portiere granata è stato protagonista di interventi decisivi come al 25’ su rasoiata di Pussetto, anche se c’è il piccolo neo della punizione forse calcolata male dall’estremo difensore: probabilmente non si aspettava il tiro diretto in porta, resta il fatto che la paratona al 90' è stato come segnare il terzo gol dando la vittoria al Toro.
Poi per dovere di cronaca l’ultimo quarto d’ora è stato di leggera sofferenza perché il gol dell’Udinese ha riportato fervore tra i bianconeri, ma come disse qualcuno: “Molto rumore per nulla”!
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