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UDINE, ITALY - APRIL 10: Andrea Belotti of Torino FC celebrates with Alessandro Buongiorno and team mates after scoring their side's first goal during the Serie A match between Udinese Calcio and Torino FC at Dacia Arena on April 10, 2021 in Udine, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
La salvezza per il Torino passa da partite e prestazioni come quelle fatte sabato sera a Udine, dove pur soffrendo molto il palleggio avversario, molto di qualità e tecnico, è riuscito a compensarlo con una prova di carattere e combattiva. Già, proprio un “Combat-Toro” con il suo capitano il “Gallo” Belotti che sta ritrovando una forma e una prestanza fisica che ha fatto soffrire il centrocampo e la difesa bianconera. E sì, perché il “Gallo” ha giocato una partita imperante a tutto campo, sacrificandosi più volte nel cerchio del centrocampo, dove sappiamo bene come il Toro ha le maggiori difficoltà di palleggio. La capacità di difendere la palla del capitano granata ha sempre portato gli avversari a cercare di sradicargli la sfera in maniera fallosa. Poi da centravanti puro è andato senza paura a conquistarsi un rigore da lui battuto con freddezza pietrificando Musso.
In effetti, anche se l’arrivo di Mandragora ha portato qualcosa in più in qualità in mezzo al campo quella rimane sempre la zona del campo dove il Toro incontra maggiori difficoltà, non bisogna nasconderlo. Rincon, seppur battagliero e a volte fin troppo in maniera fallosa, ha sbagliato troppi palloni che hanno permesso all’Udinese di avviare ripartenze che avrebbero potuto far molto male al Toro. Poi un po’ per imprecisione e un po’ per l’attenzione dimostrata tra i pali di Milinkovic-Savic, a parte la scellerata uscita con la complicità di Buongiorno che poteva far andare in gol Molina, l’Udinese non è mai riuscita a rendersi pericolosa nonostante una maggior supremazia tecnica nella costruzione del gioco grazie ai vari De Paul, Pereyra e Wallace. Solo che a volte non basta avere un centrocampo forte se non si hanno dei buoni attaccanti e in questo l’Udinese ha pagato pegno, infatti Llorente visto domenica è un lontano parente del grande centravanti che è stato quando vestiva anche la maglia della nazionale spagnola. Lo stesso dicasi per i vari Okaka e Nestorosvki che non hanno ai visto palla grazie anche ad un attenta difesa granata comandata a bacchetta da un eccellente Bremer.
Il brasiliano granata già solo per il recupero fatto su Pereyra, togliendogli palla dai piedi pronta per essere calciata a rete, merita un alto voto come se avesse realizzato un gol. Il giocatore scoperto da Petrachi e valorizzato negli allenamenti da Mazzarri ( le cose bisogna dirle) è diventato sempre più una sicurezza per la retroguardia granata. Bene anche Izzo mentre Buongiorno ha giocato con carattere come deve giocare un giocatore che si deve ancora fare, al di là del pasticcio combinato insieme a Savic. Insomma tutti bravi con l’inesauribile Ansaldi che sulla fascia sinistra ha dato tutto il possibile nono stante i suoi 35 anni che nell’arco di 90 minuti e di un intero campionato pesano. Il Toro ha meritato la vittoria perché ha espresso il carattere combattivo del suo allenatore Davide Nicola. È sicuramente lui il valore aggiunto di questa squadra. Spesso si dice che in campo ci vanno i giocatori e quindi l’allenatore durante la partita può far poco, a volte è vero. Ma in questo caso Nicola è come se scendesse in campo insieme ai suoi giocatori, insieme per vincere una battaglia e poi la guerra.
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