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Il Verona castiga un Toro che resta a secco

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
L'editoriale di Gino Strippoli / I granata sconfitti dopo una buona prestazione ma troppi i giocatori sottotono

Basterebbero solo i numeri dei tiri verso la porta avversaria per capire quanto sia immeritata la sconfitta per il Toro e quanto il Verona sia stato graziato dai granata. Ben 18 i tiri verso la porta difesa da Rafael contro i 6 verso Padelli. Il Toro la prestazione l'ha fatta soprattutto nel secondo tempo con 25 minuti di fuoco dove ha messo all'angolo la squadra scaligera, ben 4 gli angoli consecutivi, con un pressing d'attacco che ha schiacciato la compagine veneta eppure esce nuovamente sconfitto, dopo aver sbagliato l'ennesimo rigore questa volta con El Kaddouri.

E' basta una disattenzione  della difesa, in primis Molinaro, per dar il via al gol di Ionita, da pochi secondi entrato in campo, con la complicità di Padelli non certo impeccabile questa volta.

La partita è tutta qui perché nel primo tempo le squadre  son rimaste a guardarsi guardinghe con la paura di scoprirsi troppo, giocando a ritmi lentissimi, con il Verona più pericoloso sui calci piazzati, da dove è nato anche un palo centrato alla sinistra del numero uno granata.

Sicuramente il Toro nella prestazione ha fatto un piccolo passo in avanti rispetto alla partita contro la Sampdoria, ma appare ancora molto evidente che l'attacco granata sia sempre più spuntato, con Quagliarella  e Amauri  troppo fermi  e stagnanti, ma sopratutto mal serviti per  i primi 40 minuti abbondanti. Poi nella ripresa lo scossone e il risveglio dettato da Sanchez Mino, l'unico giocatore granata in grado di dare il là alla palla e servire  assist preziosi per i propri compagni. E' innegabile che allo stato attuale la squadra deve ancora trovare una sua precisa fisionomia e deve diventare squadra con meccanismi e caratteristiche  completamente diversi rispetto alla scorsa stagione.

Intanto la pentola bolle e in tre giornate il Toro ha un misero punticino in classifica  e soprattutto accompagnato dall'astinenza da gol, da quattro partite consecutive  se si conta anche la partita contro il Brugge. Occorre certamente porre dei rimedi a questo problema e Mister Ventura qualcosa dovrà inventarsi per far quadrare i conti e i gol con le vittorie.

La prestazione di Sanchez Mino e, nei pochi minuti in cui ha giocato, Bruno Peres sono elementi sicuramente positivi ma come contraltare c'è la prestazione negativa di Fabio Quagliarella, ieri incapace di stoppare un pallone, troppi gli errori di controllo  con palla regalata agli avversari; quella di El Kaddouri, praticamente inesistente per tutta la partita al di là del rigore sbagliato; e anche di Darmian, incappato in una giornata storta, mentre il buon Vives  si impegna  e lotta ma è un lontano ricordo rispetto a ciò che faceva lo scorso anno.

Troppi i giocatori che ancora non danno quello che potrebbero dare  o ciò che ci si aspetta da loro. Ad un certo punto della partita ha ben funzionato l'asse Sanchez - Peres a sinistra  ma poi l'argentino è stato dirottato sulla destra e gli scambi di prima non si sono più visti: peccato perché i movimenti dei due stavano funzionando bene e stavano mettendo in crisi la difesa avversaria.

Il problema di questo Toro è che con la squadra avversaria ben chiusa non ha giocatori in grado di inventarsi la giocata per i due attaccanti. La mancanza di un vero fantasista  sembra farsi sentire, infatti solo con l'innesto di Sanchez Mino il Toro ha iniziato a far correre di più la palla di prima ma soprattutto la manovra è diventata meno prevedibile. Ad oggi diventa impossibile rinunciare all'ex Boca, così come uno che ha tanta corsa nelle gambe come Peres deve  giocare con più continuità. I due sembrano avere  tecnicamente un passo in più per dare verve all'attacco.

Spiace vedere il Toro in fondo alla classifica anche se son passate solo tre giornate di campionato, tempo per rimediare ce n'è a partire però già da mercoledì contro il Cagliari. In terra sarda diventa impossibile uscire sconfitti. Ho sempre sostenuto che la campagna acquisti del Toro fosse stata all'insegna della qualità ma se già alla terza giornata Nocerino non ha convinto per nulla, Quagliarella latita a centrocampo senza trovare la via del gol e Amauri è troppo solo, nonostante si sbatta con grinta, allora qualcosa non quadra: i tre acquisti che avrebbero dovuto lenire le partenze di Immobile e Cerci non funzionano  ( speriamo solo per adesso) come dovrebbero. Se a ciò aggiungiamo che Larrondo e Barreto non hanno mai convinto e in attacco rimarrebbe solo Martinez  allora possiamo anche capire i perché delle prime urla contestatrici contro il presidente Cairo arrivate da entrambe le curve ieri allo stadio. Che dire di un Toro che nelle prime tre giornate  ha avuto già due rigori 'regalati' e mal sfruttati? Di certo che non sono gli arbitri il male di questo Toro.