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MILAN, ITALY - DECEMBER 22: head coach of FC Internazionale Simone Inzaghi hugs head coach of Torino FC Ivan Juric before the Serie A match between FC Internazionale and Torino FC at Stadio Giuseppe Meazza on December 22, 2021 in Milan, Italy. (Photo by Emilio Andreoli - Inter/Inter via Getty Images)
Al Torino è mancato ancora una volta il centesimo per fare l’euro. A San Siro la squadra di Ivan Juric ha giocato con grande personalità ma, come molte altre volte è accaduto, ha perso 1 a 0 e ha chiuso la prova contro una big del torneo senza reti all’attivo. I granata hanno provato a giocarsela senza paura sul campo della squadra più in forma del campionato. Emblematica in tal senso è stata un’azione sul punteggio di 0 a 0, nella quale si sono ritrovati dentro l’area di rigore nerazzurra ben due difensori centrali del Torino (Bremer e Buongiorno). Il fatto non è banale e denota una certa mentalità che ormai si è consolidata nel Torino. La squadra cerca di essere sempre propositiva e con coraggio può permettersi in una semplice azione manovrata (e non su calcio piazzato) di sganciare contemporaneamente due terzi della propria difesa, prendendosi tutti i rischi del caso. E puntualmente il gol che ha deciso la partita è arrivato in contropiede.
IDEE - Nel post-partita Juric ha evidenziato un concetto tattico molto interessante: il Torino fatica maggiormente contro squadre che si dispongono con il 3-5-2. L’Inter di Simone Inzaghi è una di queste e in effetti i granata hanno faticato a trovare superiorità numerica. “Manca lo sviluppo del gioco veloce, magari serve cercare qualcuno che può farlo” ha rilevato Juric. Dal punto di vista tattico la gara è stata ben studiata da Juric che ha cercato di inibire la fonte di gioco Brozovic attraverso l’atletismo di Pobega, cercando invece di bloccare sul nascere le iniziative di Calhanoglu con la pressione di Lukic. Hanno inoltre ben letto i movimenti degli attaccanti nerazzurri i difensori granata che si sono fatti trovare quasi sempre pronti, sebbene abbiano dovuto affrontare più volte l'uno contro uno con giocatori del calibro di Dzeko e Martinez. E poi l’aggressione alta con la quale il Torino ha costretto la capolista ad abbassare il baricentro nel corso della ripresa ha dato l’idea di come i granata sappiano stare in campo e di come conoscano già molto bene i compiti che devono svolgere. A tutto questo, però, non ha fatto seguito la zampata finale e Handanovic ha potuto concludere la gara senza reti incassate.
SOSTITUZIONI - Juric con l’ingresso di Warming, schierato come prima punta al posto di Sanabria, ha sorpreso il giovane danese e un po’ tutti i tifosi granata. L’impatto del danese è stato significativo, ha avuto la giusta verve e ha dato fastidio agli inscalfibili difensori interisti. Col senno di poi, sarebbe stato curioso vederlo insieme a Sanabria in un Toro a due punte per recuperare il gol di svantaggio e aumentare il peso offensivo, ma evidentemente Juric non se l'è sentita di modificare l'impianto tattico. L’ingresso di Warming, comunque, certifica l’ennesima bocciatura di Zaza. Juric ha poi sostituito anche Pobega per inserire Mandragora, un giocatore di qualità tecnica importante che nel finale avrebbe potuto dare qualcosa in più sul piano della fluidità del gioco, così come Rodriguez, entrato al posto di Buongiorno. Nell'ultimo quarto d'ora, infine, Juric ha tentato il tutto per tutto inserendo Ansaldi e Praet, entrambi per motivi diversi non al meglio. Ma in tal senso è stato umile e senza fronzoli Inzaghi a reagire: fuori Dumfries e dentro l’ex D’Ambrosio, fuori Vidal e dentro Sensi, poi anche Dimarco per Perisic. Nei minuti finali il Torino ha costretto l'Inter a coprirsi e questo può essere interpretato come un buon segnale.
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