Il Torino è tutto il contrario di tutto: ieri sera, mercoledì 1° febbraio, l'ha confermato al "Franchi" di Firenze. Nemmeno paragonabili la prestazione di una decina di giorni fa in campionato e quella nel quarto di finale di Coppa Italia. Se il primo tempo di campionato era stato un piccolo capolavoro tattico nell'avvio di 2023 granata, invece la seconda frazione di Coppa Italia lascia più di qualche interrogativo perché la squadra si è spenta progressivamente e lo ha fatto in uno dei momenti più importanti della stagione. Il Torino è calato verticalmente dal punto di vista fisico e psicologico, permettendo alla Fiorentina di capitalizzare una certa superiorità tecnica; come accaduto con lo Spezia in casa dopo il trionfo di Milano con il Milan nell'ottavo di finale di Coppa Italia, i granata sono apparsi senza benzina e hanno pagato a caro prezzo il doppio impegno nel giro di quattro giorni, dimostrandosi ancora privi delle alternative necessarie per poter competere a un certo livello.
Il tema
Italiano si prende la rivincita su Juric: il Toro ha meno alternative e si spegne
Il nuovo 4-3-3 della Fiorentina funziona: Juric non ha replicato il capolavoro di dieci giorni fa
—Arriviamo, però, alle scelte dei due allenatori: sei cambi della Fiorentina rispetto al match di campionato (Dodo, Terzic, Mandragora, Barak, Gonzalez e Jovic), mentre sono stati tre quelli del Torino con Djidji, Adopo e Seck rimpiazzati da Schuurs, Linetty e Sanabria. Se in campionato Ivan Juric aveva inibito Vincenzo Italiano proprio con Adopo davanti alla difesa, Ricci più libero di svariare e Seck sempre pronto a dettare la profondità, invece in Coppa Italia le cose non sono andate altrettanto bene. Juric non ha confermato quanto di buono era emerso al "Franchi" dieci giorni fa e quindi ha affiancato Linetty a Ricci e ha puntato su Sanabria come terminale offensivo. Il Torino è rimasto pienamente in partita nel primo tempo e, anche se dopo un buon approccio era stata la Fiorentina a prendere la superiorità territoriale, qualche occasione è stata anche prodotta. L'effetto sorpresa Adopo-Seck era già stato speso in campionato, ma è stato giusto non ritentare qualcosa di simile che così male era stato gestito dalla Fiorentina? La domanda è quanto meno lecita. C'è da aggiungere un particolare non da poco. La Fiorentina, proprio dopo il flop interno con il Torino, ha cambiato modulo. Ha abbandonato un deficitario centrocampo a due senza vero regista ed è passata al 4-3-3. I risultati sono stati buoni sia con la Lazio nell'ultimo turno di campionato sia ieri sera. Bonaventura, Mandragora e Barak hanno fatto molto meglio rispetto ad Amrabat e Duncan nel match di campionato vinto dal Torino grazie al timbro di Miranchuk.
Le alternative in panchina hanno fatto la differenza: la Viola ha preso in mano la gara nella ripresa
—Bravo quindi Italiano a trovare una correzione in corso d'opera in una stagione partita in salita, soprattutto se considerate le aspettative. Nell'analisi post gara Juric ha motivato la sconfitta evidenziato la differenza di profondità della rosa tra la Fiorentina e il Torino: "Oggi (ieri ndr) loro con Barak e Bonaventura avevano spessore. Anche Dodò è un giocatore di livello alto. Esce Mandragora ed entra Amrabat, esce Kouame ed entra Ikone… Hanno cambi di livello e per noi diventa più difficile". La questione cambi, in effetti, ha inciso sul lungo termine della gara, anche perché gli ingressi di Ikone al 17' della ripresa e di Amrabat e Cabral alla mezz'ora hanno elevato l'asticella nella Fiorentina, garantendo forze fresche e tanta qualità tecnica. Diverso il discorso per il Torino. Non ha potuto potenziare il proprio reparto offensivo a causa della mancanza di alternative a Sanabria e ha dovuto gettare nella mischia al 62' Ilic arrivato da poche ore sotto la Mole per dare più freschezza alla mediana. Insomma, girandosi verso la panchina, Italiano e Juric avevano due situazioni ben differenti e questo si è riflesso in campo. Per un calo psicofisico il Torino nella ripresa ha perso aggressività, lucidità e distanze tra i reparti, la Fiorentina è salita in cattedra e giustamente andrà a sfidare la Cremonese in semifinale di Coppa Italia.
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