Armando Izzo e Rolando Mandragora sono di certo due dei volti principali del Torino di oggi. Lo sono perché rappresentano due certezze inamovibili dell’undici titolare e anche perché, per la loro carica agonistica, ben rappresentano quello che idealmente dovrebbe essere un giocatore del Torino. In campo a entrambi piace combattere e forse la grinta è dovuta anche al luogo delle origini comuni. Scampia, il quartiere napoletano che certo è stato - e in parte ancora è - tra i più difficili della bellissima città partenopea, un posto che impone ai ragazzi che lì vivono di crescere in fretta. “Provare gioia quando sei partito da dove i sogni possono sembrare impossibili è l’esempio che con i sacrifici tutto è possibile”, ha scritto Izzo su Instagram, non a caso a corredo di una foto in cui esulta con Mandragora. “Tutto è possibile! Ti voglio bene fratello”, è stata la risposta del mediano.
Focus
Izzo-Mandragora: il Torino con la Scampia-connection per lo sgambetto al Napoli
Il difensore segnò agli azzurri all’andata, il centrocampista è in grande forma e reduce da un grandissimo gol. Stesse radici, percorsi diversi per due simboli del Torino attuale
ORIGINI ED ESULTANZA - La storia di Izzo è nota perché lui stesso l’ha raccontata a più riprese: le umili origini, la morte del padre quando era solo un ragazzino, il calcio che ha rappresentato un’ancora di salvezza per lui e per la sua famiglia. Armando ha giocato nel Napoli fino alla Primavera, poi il club azzurro non ha creduto in lui ma Izzo ha saputo affermarsi lo stesso. Nelle vene del difensore resta comunque forte la napoletanità e, ironia della sorte, proprio a dicembre segnò al San Paolo un gol che stava per regalare una vittoria al Torino. Fu criticato per l’esultanza gioiosa (corse da Giampaolo in panchina) e lui si sentì in dovere di spiegare su Instagram i motivi del suo comportamento.
SCAMPIA-CONNECTION - Diverso è stato il percorso di Mandragora, che ha lasciato Scampia da adolescente (aveva circa 14 anni) perché pescato della rete di scouting di Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile del Genoa. In Liguria Rolando ha fatto la trafila del vivaio a velocità supersonica (a 17 anni già esordiva in Serie A). Poi ha lasciato il Grifone per la Juventus, da lì le esperienze al Crotone, all’Udinese e ora al Torino. Dove ormai ha già conquistato tutti, specie dopo il super gol segnato al Bologna nell’ultima partita. Mandragora è tra i giocatori più in forma e insieme a Izzo studia lo scherzetto al Napoli: la Scampia-connection per il Toro è un’arma in più.
© RIPRODUZIONE RISERVATA