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Non è facile parlare della salvezza del Torino e non citare l'uomo che, senza ombra di dubbio, ha dato una grossa spinta al raggiungimento dell'obiettivo finale: Jonathas Cristian de Jesus Mauricio, meglio noto come Jonathas. E proprio a Jesus, a Gesù, e alla mamma ''che con è con Lui, lassù'', come ebbe a dire, dedicò il gol più importante della stagione del Toro e della sua carriera, fin ad ora: quella mezza girata contro la Lazio, che valse i tre punti e un balzo in avanti in classifica. Nato a Betim, nel Brasile meridionale, quello più puro e contagioso, dopo una buona stagione in cadetteria viene acquistato dal Pescara per la Serie A, ma con gli abruzzesi non andò bene: un gol solo, il primo in Serie A, seppur determinante (quello contro la Fiorentina nel successo esterno per 2-0) non convinse la società di Sebastiani a puntare ancora su di lui. Il Torino ci si fionda, fiducioso della buona tradizione con i brasiliani. Con il Toro va meglio: solo due gol, di cui uno però ha portato in dote, come dicevamo, 3 punti pesanti come un macigno. In un Natale fuori programma, la zampata del brasiliano è stata decisiva per piegare una Lazio coriacea che si è dovuta arrendere solo nel finale. Ottimo score. L'altro gol, su rigore, lo segnò contro il Napoli, in quella folle partita terminata 3-5 per i partenopei, con buon rammarico degli uomini di Ventura. Trasparente, sorridente e contagioso. Così si è presentato Jonathas sotto la Mole, arrivato con la formula del prestito con diritto di riscatto. Il suo agente è un certo Mino Raiola, uno che non investe su un giocatore se non convinto appieno delle sue potenzialità. Con Cairo c'è un discorso in ballo da tempo; il riscatto di Jonathas rientra nell'affare Vladimir Weiss. Ventura ha dimostrato di voler puntare su di lui, che ha le caratteristiche giuste per far parte di questa squadra. Il brasiliano vuole rimanere, per stregare ancora i tifosi con il suo sorriso ed i suoi gol decisivi. Federico Lanza Segui @LanzaFederico (foto Dreosti)
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