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ROME, ITALY - APRIL 22: Torino FC head coach Ivan Juric during the Serie A match between SS Lazio and Torino FC at Stadio Olimpico on April 22, 2023 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)
Maurizio Sarri soffre Ivan Juric e il modo di giocare delle squadre del croato. Ormai è assodato. La conferma è arrivata ieri sera allo stadio "Olimpico" di Roma. In quattro gare negli ultimi due campionati tra Lazio e Torino i granata hanno colto tre pareggi e una vittoria e sono rimasti imbattuti contro i biancocelesti. In altre parole, spostando il focus sui due condottieri in panchina, Sarri con la Lazio non ha mai sconfitto Juric e anche nella sfida di ieri sera si è potuto comprendere la ragione. Il tecnico toscano è stato annullato da Juric e in conferenza stampa, oltre a qualche sparata sull'arbitro, ha ammesso che "per noi è sempre stato difficile affrontare il Torino" (LEGGI QUI). Le ragioni sono plurime, sebbene Sarri abbia tentato una soluzione alternativa che qualche frutto l'aveva prodotto il 23 settembre 2021 sotto la Mole. Ha infatti alzato Sergej Milinkovic-Savic al fianco di Ciro Immobile già dal 38' disponendosi con il 4-2-3-1 e provando a emulare quanto fatto nella sfida d'andata dello scorso campionato; in quel caso gli andò meglio perché la rete del pareggio in pieno recupero nacque proprio da una spizzata di Milinkovic-Savic che portò al fischio di un rigore, poi trasformato da Immobile. Ben diverso, invece, il discorso sulla gara andata in scena a Roma ieri. Il Torino ha concesso pochissimo alla Lazio e ha reagito bene al cambio di modulo e di assetto biancoceleste. Peer Schuurs è stato impeccabile, così come Koffi Djidji e Alessandro Buongiorno ai suoi lati.
Molte mosse tattiche di Juric hanno fatto la differenza sul campo della seconda forza del campionato di Serie A. Nikola Vlasic messo a seguire come un'ombra Vecino è stato una scelta molto produttiva e favorevole perché ha spento una possibile fonte di gioco biancoceleste; ha aiutato a rendere meno fluida la manovra della Lazio e nello stesso tempo ha incrementato minuto dopo minuto il nervosismo tra i giocatori di casa. Ciò è stato possibile anche grazie all'aggressione alta esercitata dal Torino nell'arco dell'intera gara. Il marchio di fabbrica di Juric è funzionato meglio che altre volte, anche perché è stato esercitato contro una squadra molto abile nel palleggio come la Lazio. Felipe Anderson al triplice fischio ha analizzato bene quanto si è visto nell'arco della gara: "L’avevamo preparata cercando di portarli a correre a vuoto per il campo perché sappiamo che ti vengono a prendere a uomo, ma ci è mancato l’utilizzo del terzo uomo e l’attacco della profondità" (LEGGI QUI).Il Torino ha inibito le volontà della Lazio, giocando una partita sagace, accorta e intelligente.
Dal punto di vista della costruzione la linea di passaggio Schuurs-Singo è stata un'altra arma segreta del Torino. I lanci dell'olandese verso l'ivoriano hanno costretto la mediana di Sarri (a tre a inizio gara, a due dopo l'avanzamento di Milinkovic-Savic) a un movimento innaturale che ha turbato gli equilibri biancocelesti. Tutto ha quindi funzionato alla perfezione in casa granata, compresa la qualità garantita da Ilic a centrocampo affiancato da un Linetty formato "soldatino". Da rimarcare un ultimo aspetto, quello inerente alla gestione delle sostituzioni di Juric. In un collettivo che funzionava alla grande e in una partita nella quale non era facile spostare le pedine, ha effettuato soltanto due cambi e si è preso dei rischi. Ha tenuto in campo Linetty ammonito per 75 minuti (dal 25' in avanti) e non ha tolto Rodriguez finito sul taccuino di Ghersini al 17' della ripresa. L'unico tolto perché ammonito è stato Singo e in questo caso è stato fondamentale toglierlo perché appariva a corto di energie e di conseguenza più facilitato a prendere un altro giallo. Le due sostituzioni hanno riguardato Singo per Gravillon e Radonjic per Karamoh. Due accorgimenti nella seconda metà del secondo tempo, niente di più perché quando il collettivo gira può sempre essere controproducente destabilizzarlo con qualche ingresso in corsa.
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