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Juric batte Gila con la giocata del singolo: il collettivo deve ancora crescere
"Ho visto la squadra concentratissima, i cambi sono stati perfetti per partecipazione emotiva": qui sta un po' la chiave della prima vittoria in campionato del Torino, Ivan Juric ha voluto sottolinearlo in conferenza stampa (LEGGI QUI). I granata hanno potuto giocare con 15 effettivi, non soltanto con gli 11 iniziale. Non sempre questo è accaduto in passato. Del resto, il Torino ha potuto inserire in corsa gente come Ilic, Radonjic e Lazaro e ha potuto tenere in panchina un Karamoh o un Soppy. Quello che emerge dalla sfida contro il Genoa vinta all'ultimo respiro grazie alla perla di Radonjic è la profondità della rosa. In praticamente tutti i ruoli il Torino ha un'alternativa valida in grado di dare il proprio contributo durante il match. Questo potrebbe essere un vantaggio della stagione granata e una differenza rispetto alle prime due annate di Juric. La scena se l'è presa Radonjic, entrato al 19' all'interno di un triplo cambio, tuttavia Juric ha giudicato buono l'apporto anche degli altri ingressi, tra cui Pellegri. La stessa qualità in panchina non l'ha potuta vantare Alberto Gilardino (ad esempio, Kutlu ha faticato dopo l'ingresso e la differenza rispetto a Malinoskyi si è fatta sentire alla lunga; Hefti è stato colui che si è fatto uccellare da Radonjic in occasione dell'azione decisiva).
Detto questo bisogna dire che Gilardino ha preparato bene la sfida dell'Olimpico-Grande Torino, se l'obiettivo era quello di portare a casa uno 0-0. Ha interpretato la partita con i medesimi accorgimenti di Claudio Ranieri, che nel primo turno di Serie A ha imbrigliato il Torino con il suo Cagliari. Il Genoa ha difeso in modo compatto e ha giocato con le linee molto strette. Il Torino ha così faticato a trovare il pertugio giusto. I granata sono così risultati nuovamente asfittici in fase offensiva: hanno costruito poco, come con Cagliari e Milan, e non hanno concretizzato l'enorme mole di possesso palla. In alcuni casi sono mancate le idee, in altri la velocità di esecuzione della giocata (anche Juric ha evidenziato che il suo Torino è stato lento). Come già dimostrato nella scorsa stagione, il Torino soffre le formazioni che si chiudono e non ti lasciano giocare e a maggior ragione le difficoltà aumentano quando non sei ancora al 100% dal punto di vista fisico. I granata devono anche imparare a conoscersi meglio (Zapata ha peculiarità molto differenti rispetto a Sanabria e quindi richiede altri tipi di palloni). Se si mettono insieme tutti questi aspetti, si comprendono le ragioni dell'incapacità di essere incisivi nella trequarti avversaria.
Qualche soluzione tattica differente si è iniziata a vedere domenica 3 settembre. Ricci più avanzato sulla linea dei trequartisti al fianco di Vlasic è stata una novità quasi totale (proposta fin qui solo in una amichevole estiva). Juric ha quindi provato a schierare tre centrocampisti nel suo 3-4-2-1 alzando Ricci. E poi si potranno valutare anche altre soluzioni, come la doppia punta. Avendo Linetty, Tameze, Ilic, Ricci e Gineitis in mezzo al campo si possono anche spostare le pedine e possono uscirne sperimentazioni interessanti. Va detto che Ricci sulla trequarti non ha pagato l'occhio perché non ha quelle intuizioni e spesso si è dovuto abbassare per ricevere palla. Contro una squadra chiusa come il Genoa la coppia Ricci-Ilic in mediana poteva essere più indicata per comandare il possesso palla e dominare il gioco. Tuttavia, Juric ha voluto mandare un messaggio a Ilic e l'ha inserito soltanto a un quarto d'ora dalla fine (il contributo dell'ex Hellas è stato comunque importante). Sulla lettura della partita si può infine concludere che Bellanova poteva essere tolto prima del 37' della ripresa: anche la terza presenza in Serie A con il Torino non è stata troppo positiva per il laterale difensivo destro.
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