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Juric batte l’amico Tudor: il Torino cresce nella gestione del vantaggio

Juric batte l’amico Tudor: il Torino cresce nella gestione del vantaggio - immagine 1

Il confrontro tra i due allenatori-amici dopo la vittoria del Torino a Verona grazie al timbro di Brekalo

Andrea Calderoni

"Mi è piaciuta tanto la squadra, l'atteggiamento, come abbiamo gestito le cose...": quest'affermazione a fine partita di Ivan Juric fotografa nel migliore dei modi il suo giudizio sulla gara vinta di misura al "Bentegodi" di Verona contro l'Hellas del suo amico d'infanzia Igor Tudor. Il Torino è riuscito a vincere una gara intensa contro un avversario bravo nell'aggressione in avanti. Non sempre i granata erano riusciti a essere così incisivi contro avversari che proponevano un calcio simile a quello degli scaligeri e in match nervosi e combattuti. Il Torino ha quindi fatto indubbiamente un passo in avanti. E poi nell'analisi di Juric spicca un secondo aspetto, altrettanto importante. Si è spesso parlato dell'approccio positivo alle partite del Torino; primi tempi quasi perfetti, seguiti da riprese non sempre all'altezza, soprattutto se considerato l'ultimissimo segmento di partita dove sono stati polverizzati molti punti. Al "Bentegodi", invece, è stata la seconda frazione di gioco a fare la differenza per il Torino e anche Juric l'ha voluto evidenziare: "Nel secondo tempo abbiamo dominato tanto, potevamo chiuderla prima" (LEGGI QUI).Si tratta quindi di un Torino che sta finendo forte, anche dal punto di vista fisico, la stagione.

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SCELTE INIZIALI - Continuando a scandagliare le parole di Juric, bisogna soffermarsi su questa considerazione: "Ero molto curioso, perché non è sempre facile essere mega motivati, ci mancavano anche tanti giocatori, ma chi è entrato ha dato una grande risposta". In effetti, gli assenti sono stati sostituiti in modo egregio da chi è sceso in campo nella città di Romeo e Giulietta. Un esempio su tutti è David Zima. Il ceco ha dato risposte importanti da perno centrale della difesa anche in ottica futura e probabilmente verrà riproposto anche contro la Roma nell'anticipo di venerdì che chiuderà la stagione granata. La sua prima volta da centrale è stata sorprendentemente positiva e anche Juric l'ha applaudito. Se l'ultimo segmento di campionato doveva fungere da laboratorio per il croato in vista del futuro, allora la prova di Zima è stata una delle più significative sotto tanti aspetti. Riguardo le scelte dal 1' bisogna aggiungere che Sasa Lukic anche a Verona ha confermato di essere imprescindibile per il Torino perché al momento è in grado di garantire quegli equilibri che nessun altro mediano granata sa dare.

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MOSSE - Juric ha attinto dalla propria panchina inserendo quattro elementi, tutti in venti minuti tra il 55' e il 75'. In primo luogo è intervenuto in mediana e sulla corsia di sinistra. Ha tolto Ricci per il più dinamico Pobega, molto utile in una ripresa ancor più fisica e tignosa rispetto ai primi 45 minuti. Ha anche messo Ansaldi al posto di Vojvoda per rinfrescare la fascia. Al 59' si è chiusa la partita dell'unico ammonito granata (Izzo) che è stato sostituito da Djidji; anche in questo si nota una gestione lucida da parte di Juric che non ha voluto incorrere in nessun guaio. Nel finale ha dato anche un'ulteriore opportunità a Pellegri (fuori Belotti). L'ex Monaco ha avuto un buon impatto e ha anche sfiorato il raddoppio con una bella conclusione da fuori area. Dal canto proprio Tudor ha posticipato parecchio i propri interventi. Gunter è rimasto negli spogliatoi (dentro Sutalo), ma poi ha atteso il 75' per una tripla sostituzione. Probabilmente avrebbe potuto anticiparle di qualche minuto, anche perché il Torino aveva guadagnato campo e stava effettivamente meglio dell'Hellas.

 

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