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Il Tema

Juric bestia nera del Lecce: D’Aversa contiene il Toro solo un tempo

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 
Da quando è al Torino, per Juric il Lecce è la seconda squadra sconfittta per quattro volte nelle prime quattro partite

Ivan Juric si conferma bestia nera del Lecce: 6 partite delle sue squadre contro i salentini, 6 vittorie (2 ai tempi dell'Hellas Verona, 4 con il Torino). Tra l'altro, il Lecce diventa la seconda squadra - dopo la Sampdoria - contro cui Juric vince tutte le prime quattro partite da allenatore dei granata. La gara di ieri sera, venerdì, è stata abbastanza complicata per i granata, ma era lecito attenderselo considerate le recenti difficoltà del Torino contro squadre dietro in classifica. Nel primo tempo i granata hanno costruito poco o nulla e sono rimasti con le polveri bagnate. Nella ripresa il Torino ha fatto leva sulle sue individualità più in forma del momento: Bellanova e Zapata. Non è quindi stato un Torino spumeggiante ma vincente e in questo momento del campionato sono proprio i tre punti a pesare più di ogni altra cosa.

Toro imbrigliato nel primo tempo. Juric punta sulla coppia Pellegri-Zapata

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La piccola di turno, perciò, non ha beffato il Torino di Ivan Juric, almeno in questo caso. Eppure il primo tempo ha fatto correre qualche brivido e i fantasmi dei match con Salernitana e Sassuolo sono tornati ad aleggiare. La formazione di Roberto D'Aversa ha letto bene la partita: atteggiamento accorto, baricentro abbastanza basso, ritmi compassati. D'Aversa ha certamente studiato quanto fatto dalla Salernitana non più tardi di due settimane fa sotto la Mole. La scelta di Juric di partire con due punte fisiche non ha pagato del tutto i dividendi, o meglio non ha risolto il problema inerente alla sterilità offensiva del Torino. Più obbligate le altre scelte, specie quelle in difesa. L'unico a dover spuntare un ballottaggio è stato Lovato, l'ex di giornata, per il quale era importante riscattarsi dopo la brutta prestazione con il Sassuolo. La partita di Lovato è stata tutto sommato buona e ha contribuito anche lui al dodicesimo clean sheet stagionale. La scelta di Juric è stata quindi premiata alla prova dei fatti.

Il ritorno al gol su corner, i cambi obbligati e la gestione: il secondo tempo del Toro

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Nella ripresa Juric ha dovuto compiere un paio di cambi obbligati: al 76' dentro Vojvoda per Lazaro (da valutare la condizione di quest'ultimo) e all'88' fuori Ilic alle prese con i crampi per Gineitis. Il Torino ha avuto il merito di uscire forte dagli spogliatoi e di trovare l'immediato vantaggio che ha messo in discesa la partita. "Abbiamo sistemato la posizione delle punte, allargando di più Pellegri e Zapata, e rispettando quello che avevamo preparato, come non eravamo riusciti a fare nel primo tempo", ha spiegato poi l'allenatore croato. I granata di Juric hanno poi saputo gestire senza troppi patemi il vantaggio, anche grazie agli inserimenti di Sanabria e di Linetty al 62' per Pellegri e Vlasic. Altra nota lieta di giornata è stato il ritorno al gol sugli sviluppi di calcio d'angolo. Tante volte si è sottolineata l'inefficacia da parte del Torino su corner, sebbene il numero di tiri dalla bandierina sia sempre abbastanza elevato. Il ritorno al gol su corner non può che dare soddisfazione all'intero gruppo, anche perché nel calcio moderno le palle inattive sanno spostare davvero gli equilibri. Dunque, se si considera la ripresa il Torino ne esce davvero bene in vista del recupero con la Lazio. Maurizio Sarri soffre Juric e lo si è capito nel corso delle stagioni.


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