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Juric, con Palladino c’è amicizia e stima reciproca. Prima da avversari a Monza
Da discepoli fedelissimi di Gasperini a colleghi allenatori e infine avversari. Ivan Juric e Raffaele Palladino conoscono da tempo pregi e difetti l'uno dell'altro, hanno studiato la stessa idea di calcio e ora la mettono in pratica a Torino e Monza nel ruolo di guide tecniche. Un vero faccia e faccia sul campo tra i due non era però ancora arrivato. Lo scorso anno infatti a Monza Juric aveva sfidato Stroppa e al ritorno a Torino Palladino era stato costretto a rimanere nel box essendo squalificato ed era stato sostituito in panchina da Peluso. Sabato alle 20.45 le strade di Juric e Palladino invece si incroceranno concretamente, con i due che a bordocampo potranno per la prima volta stringersi la mano da avversari.
Juric e Palladino si conoscono ormai da quasi vent'anni, da quando nel 2008 avvenne il primo incontro da compagni di squadra al Genoa. Juric era arrivato in Liguria già da due anni per unirsi alla corte di Gasperini per esplicita richiesta del tecnico, con cui guadagna la promozione in Serie A alla prima stagione e un decimo posto nella massima serie nel successivo campionato. Per la stagione 2008-2009 arriva come rinforzo Palladino, esterno offensivo, prelevato dalla Juventus dopo i prestiti alla Salernitana e al Livorno. Juric e Palladino insieme vivono da giocatori un'annata storica, in cui il Genoa sfiora la qualificazione in Champions League. Nel 2010 Juric dice addio al calcio giocato e decide di intraprendere una carriera da allenatore, entrando nello staff della Primavera del Genoa e studiando le lezioni di Gasperini; Palladino invece, nove anni più giovane, continua a giocare. Le loro strade tornano a incrociarsi quando Juric, dopo l'esperienza al Mantova, siede nel 2015 sulla panchina del Crotone in Serie B e chiama l'ex compagno di squadra Palladino come rinforzo per la rosa. Juric e Palladino festeggiano così insieme la prima storica promozione del Crotone in Serie A e poi insieme, sempre da tecnico e giocatore, migrano al Genoa nel 2017, la chiusura di un cerchio per entrambi. Da lì le strade si sono divise: Juric siede sulle panchine di Verona e Torino, Palladino inizia a intraprendere la carriera da tecnico e approda alla Primavera del Monza. Poi per la prima volta le traiettorie sono tornate a convergere nella scorsa stagione in Serie A: Juric sulla panchina granata, Palladino su quella del Monza dopo l'esonero di Stroppa.
Come detto prima, lo scorso anno Juric e Palladino non avevano potuto salutarsi a bordocampo per via della squalifica del tecnico del Monza. Sabato sera invece potranno osservarsi da avversari sulle rispettive panchine. Tanti elementi accomunano i due tecnici, non a caso allievi di Gasperini, sul piano del gioco. Palladino schiera il Monza con il 3-4-2-1 che è stato marchio di fabbrica di Ivan Juric a Torino e da cui solo di recente il tecnico croato si è discostato per adottare un 3-5-2 che fin qui sta offrendo maggiori soluzioni. Modulo a parte, l'idea resta la stessa: intensità, aggressività e duelli a tuttocampo. Così come invariata è rimasta negli anni la stima tra le due parti. Lo aveva affermato Juric dopo l'ultima sfida a Torino, pareggiata per 1-1: "Abbiamo giocato insieme, c'è amicizia e stima, condividiamo le stesse idee e lui sta facendo benissimo". Una stima che Palladino, in svariate occasioni, ha dimostrato di avere sin dai tempi della Primavera del Monza, quando ai microfoni di TN dopo un'amichevole con il Torino Primavera aveva affermato: "Io sento sempre Gasperini e Juric. Sono amico di entrambi, sono miei maestri e punti di riferimento".
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