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Juric e il 3-5-2: “Trovare nuove soluzioni è uno stimolo per l’allenatore”

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L'analisi delle parole di Ivan Juric in conferenza stampa prima della sfida in Brianza contro il Monza
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

"Provare nuove soluzioni è uno stimolo per un allenatore e ti fa piacere vedere che ci sono altri modi di fare le cose senza rinunciare al credo di voler fare la partita e non essere passivi": le difficoltà di inizio stagione del Torino sembrano aver fortificato Ivan Juric (LEGGI QUI). Gli hanno sicuramente permesso di provare qualcosa di diverso rispetto al passato. Il 4-2-3-1 sperimentato con l'Inter e ancor di più il 3-5-2 di Lecce, di coppa e del match dominato con il Sassuolo hanno portato il tecnico di Spalato a scostarsi per la prima volta nel suo triennio granata dal 3-4-2-1, quello che era tutti gli effetti il suo marchio di fabbrica, ereditato da Gian Piero Gasperini. In conferenza stampa, alla vigilia del match con il Monza, vero banco di prova per capire se il Torino è davvero sulla via della guarigione, Juric si è detto soddisfatto di quanto visto nell'ultimo mese e ha evidenziato che, numeri a parte, sono i concetti che non possono mai mancare in una squadra di calcio. Parafrasando le sue parole, si può dire che il Torino può giocare con due punte o due trequartisti, con due centrali di centrocampo o con tre ma alla fine l'importante è che non sia mai passivo e che cerchi sempre di fare la gara.

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Juric ritrova la fiducia: è stato il primo a mettersi in discussione

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Questi principi sono tornati ben visibili nella squadra granata contro il Sassuolo, dopo che qualcosa si era già visto in Coppa Italia contro il Frosinone. Il Torino vuole tornare a fare la partita come tante volte è accaduto nei primi due anni di Juric, perché questo è il vero mantra che tutti i "discepoli" di Gasperini stanno cercando di esportare nelle loro carriere da allenatori. Sul passaggio al 3-5-2 il croato ha detto: "I concetti sono gli stessi, tatticamente ci sono differenze, ma la voglia di fare la partita, di pressare, di non aspettare, quella rimane sempre". La parola chiave del discorso affrontato da Juric è stimolo. Dalle difficoltà, radicate e lampanti, lo stesso allenatore ha cercato di ricavare gli aspetti positivi. Si è messo in discussione, si è sentito stimolato nel momento più complicato. Ora la strada per la risalita è stata appena imboccata, ma già risentire Juric in fiducia è un buon segno.

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