Ivan Juric è più avanti nel lavoro rispetto a Maurizio Sarri. La partita di ieri sera l’ha confermato: il Torino ha giocato per lunghissimi tratti della gara meglio della Lazio, perché è riuscito a gestire il match a proprio piacimento. L’ha messo sul fisico e sull’aggressione in avanti che non hanno lasciato fiato alla Lazio. Giustamente, Giovanni Martusciello (vice dello squalificato Sarri) ha sottolineato come il Torino ha soffocato la Lazio, ha inibito infatti le fonti di gioco biancocelesti. La partita a scacchi è stata, dunque, vinta complessivamente da Juric, che ha già inculcato nei suoi uomini la sua mentalità. Ora, lo step successivo sarà migliorare dal punto di vista tecnico, proprio come ha evidenziato il croato al termine della gara.
Il tema
Juric è più avanti di Sarri: la staffetta Brekalo-Pjaca coglie nel segno
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COMPATTEZZA - In effetti, c’è ancora qualcosa da limare sotto quest’aspetto, come testimoniano le occasioni successive al gol di Pjaca che potevano essere sfruttate meglio. Dopo appena cinque tappe, tuttavia, il risultato raggiunto dal nuovo Torino di Juric è notevole. Sorprende soprattutto il numero esiguo di chance da gol concesse ad Atalanta, Sassuolo e Lazio, squadre abituate a creare tanto nell’arco di una partita. Anche ieri sera Vanja Milinkovic-Savic ha potuto dormire sonni tranquilli, perché è stato ben protetto da una retroguardia che ha veramente sbagliato solo in occasione del fallo da rigore di Djidji. Primo responsabile il francese, ma come ha fatto notare Juric tutti avrebbero potuto fare meglio sulla spizzata di Sergej Milinkovic-Savic.
PANCHINA - Aggressione in avanti, intensità fisica e soprattutto mentale, produttività offensiva e compattezza difensiva sono state tutte caratteristiche messe in scena dal Torino a Reggio Emilia e contro la Lazio. Altra costante è stata la panchina lunga da cui ha potuto attingere Juric. Pjaca, Ansaldi, Lukic, Rincon hanno dato un contributo importante al Torino nel corso della ripresa. La staffetta croata Brekalo-Pjaca ha sortito degli effetti interessanti: Josip ha stancato gli avversari, Marko (entrato nella ripresa anche per un problema fisico avuto in settimana) è entrato e ha subito inciso come a Reggio Emilia. C'è da aspettarsi che nelle prossime partite questo cambio possa essere ripetuto in quest’ordine o a ordine invertito anche in futuro. Sul valore dei cinque cambi anche Juric ha cambiato opinione nel corso degli anni e ora ha compreso quanto possano essere utili per sovvertire una gara. Addirittura ha confessato come stia studiando insieme alla squadra una doppia partita, la prima con l’11 iniziale, la seconda con 5 volti nuovi. Una gestione del gruppo che permette a tutti di essere coinvolti (pensiamo a Rincon, che addirittura nel finale è stato posizionato quasi sulla trequarti per aumentare i giri della pressione) e soprattutto permette di sfruttare le caratteristiche differenti di giocatori che giostrano nello stesso ruolo (pensiamo ad Aina e Ansaldi o ai trequartisti). È perciò un Torino con più frecce nella faretra che parte da una base già solida: i concetti chiave della filosofia calcistica di Juric saldamente in possesso del gruppo granata.
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