Un significativo passo indietro: è stato lo stesso Ivan Juric ad analizzare con le seguenti parole la sfida dei trentaduesimi di Coppa Italia vinta soltanto ai calci di rigore contro la Cremonese. La prestazione del Torino è stata meno brillante rispetto a quella degli amichevoli con Rennes e AZ, nelle quali i granata avevano lasciato intravedere qualcosa di meglio. Lo stesso Juric è andato immediatamente al punto nelle interviste postpartita di ieri. Ha, infatti, sottolineato che cognitivamente i suoi ragazzi ancora non vedono gli spazi e non percependoli non riescono a sfruttarli a dovere. La diligente Cremonese, d'altronde, fin dal primo tempo ha offerto il fianco a possibili azioni offensive interessanti del Torino ma puntualmente i granata sono stati poco lucidi nella gestione del pallone.
IL TEMA
Juric fatica con Pecchia: il Torino non vede gli spazi e fatica sulla trequarti
Il confronto tra il lavoro dei due tecnici dopo il successo dei granata ai calci di rigore contro i lombardi
PROBLEMATICHE - Insomma, potenzialmente il Torino avrebbe potuto fare molto di più a livello offensivo, invece n'è venuta fuori una partita avara di occasioni. Le migliori opportunità sono nate nelle parti finali dei quattro tempi giocati, considerati i supplementari, e quasi mai sono arrivate al termine di fluide manovre. Ancora da registrare i movimenti della trequarti, reparto così prezioso nell'idea di calcio di Juric. Se Pjaca, parecchio pasticcione, si è comunque ritagliato uno spazio dietro la punta, Linetty è apparso piuttosto spaesato e nei 40 minuti con Belotti è andato a pestargli troppo spesso i piedi. Ciò che meglio è funzionato ieri sera sono state le corsie esterne granata, merito soprattutto del buono stato di forma di Singo e Aina. Da segnalare, sebbene l'avversario fosse di categoria inferiore e abbia giocato dal 63' in inferiorità numerica, che Djidji e Rodriguez si sono ben comportati. Lo stesso non si può dire di Buongiorno, impreciso e mai veramente tranquillo nei suoi interventi.
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FATTORE MENTALE - Buongiorno è stato un po' lo specchio della dichiarazione di Juric ("non riusciamo a vivere le partite come si deve"). La fretta ha, infatti, portato nel suo caso a un lavoro frenetico non remunerativo. Tra l'altro, nemmeno gli inserimenti dalla panchina hanno reso per quanto era lecito attendersi, dimostrando in alcuni casi, come per Segre e Verdi, un po' di fragilità mentale. Dunque, come giustamente ha rimarcato Juric, la strada è lunghissima. Il tecnico croato sperava di trovarsi un po' più avanti di quanto il campo non abbia detto ieri sera sia a livello psicologico che soprattutto tattico. Detto dei demeriti e dei limiti attuali del Torino, un plauso va speso per la Cremonese di Fabio Pecchia autrice di una partita accorta ma non rinunciataria, nemmeno in 10 contro 11. I lombardi hanno affrontato con il piglio giusto la trasferta sotto la Mole ed escono dalla Coppa Italia, come ha dichiarato lo stesso Pecchia, "con tanto rammarico, perché non volevamo soltanto fare una bella prestazione ma ottenere anche il passaggio del turno. Sono comunque buone premesse per il campionato".
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