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TURIN, ITALY - FEBRUARY 28: Head coach of Juventus Massimiliano Allegri looks on during the Serie A match between Juventus and Torino FC at Allianz Stadium on February 28, 2023 in Turin, Italy. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)
Il Torino ha affrontato la Juventus a viso aperto e ha provato a giocare il derby della Mole, a differenza di quanto accaduto all'andata quando i granata sfornarono una prestazione insufficiente sotto tutti i punti di vista. Il gol in apertura sugli sviluppi di corner (assoluta novità per la squadra di Ivan Juric) ha stappato la partita e l'ha resa spettacolare: tanti gol e tante opportunità da una parte e dell'altra. Il Torino è stato coraggioso e ha messo sul campo le sue qualità. Ha palleggiato bene (58% di possesso, di cui il 51% effettuato nella metà campo avversaria) e ha costretto la Juventus a difendere bassa, come era lecito attendersi vedendo anche le caratteristiche del calcio di Allegri. I granata, però, hanno avuto il difetto di lasciare anche qualche ripartenza di troppo agli avversari e nello spazio le eccelse qualità della Juventus hanno fatto la differenza. In generale, Juric ha organizzato bene la squadra e nel primo tempo le sue scelte hanno dato linfa al Torino: Linetty in mezzo al fianco di Ilic è piaciuto, Karamoh sulla trequarti è stato prezioso, molto prezioso. Proprio sulla prima frazione il tecnico croato ha commentato: “Il primo tempo è stato dominato, un peccato non averlo chiuso in vantaggio perché abbiamo avuto tutto, dominio e occasioni. Il secondo era alla pari, si battagliava. Poi nel calcio la decidono i particolari" (LEGGI QUI).
I particolari sono quelli da calcio piazzato perché tre delle quattro reti il Torino le ha incassate da lì. I particolari sono anche i giocatori che possono subentrare dalla panchina. Non è un caso che al 23' della ripresa entrino per la Juventus due colossi come Pogba e Chiesa e al 26' i bianconeri segnino il gol del sorpasso. Basta mettere in campo due totem come il francese e l'ex Fiorentina per dare una spinta all'intera squadra in campo e così in effetti è stato. Gli altri tre cambi effettuati da Massimiliano Allegri sono stati De Sciglio per Cuadrado, Bonucci per Bremer e Kean per Vlahovic, ovvero un titolare per un titolare senza minimamente abbassare l'asticella. Juric in panchina di certo non aveva un arsenale paragonabile a quello bianconero. Ma ugualmente si può discutere sulle scelte fatte e in particolare sul cambio Karamoh-Radonjic fatto all'ora di gioco. Come accennato, l'ex Parma stava facendo molto bene e non appariva in affanno, dunque lo status quo avrebbe potuto essere mantenuto almeno per un altro segmento di gara. Invece, Juric ha attinto dalla panchina e ha inserito Radonjic con le conseguenze che ormai sono divenute note. "Avevamo programmato di puntare su Radonjic nell'ultima mezz'ora", ha spiegato Juric. Il tecnico si è intestardito ma la partita stava dicendo altro: e poco felice è stata la scelta di pensare che il serbo, reduce da un periodo di forma scadente, avrebbe potuto svoltare la partita per i granata. Dopo il timbro dell'ex Bremer, alla mezz'ora della ripresa, Juric ha cercato di rivoluzionare la squadra con una tripla sostituzione: Ricci non al meglio e carente di minuti nelle gambe, Vojvoda e Seck sono stati gettati nella mischia per recuperare il risultato ma a quel punto la situazione era compromessa perché la Juventus, nonostante i mille difetti, è squadra esperta che sa gestire una simile situazione.
Qualcosa da registrare in casa granata, comunque, c'è perché in una gara così delicata come il derby incassare tre reti da calcio piazzato è troppo. Sono mancati alcuni dettagli per compiere l'impresa e probabilmente ha ragione Juric quando dice che il Torino è ancora una squadra dalla mentalità "perdente" ed è ancora un passo indietro rispetto a quelle che sono le prospettive per un top club. Radonjic o non Radonjic la constatazione di Juric è corretta e si è vista bene nella ripresa, dove comunque lo stesso allenatore poteva gestire meglio la situazione. Le possibilità in panchina di Allegri erano superiori a quelle di Juric e si sono confermate tali e poi nella battaglia l'esperienza della Juventus ha avuto la meglio del Torino, che con l'uscita di Karamoh, come detto, ha peggiorato sensibilmente la propria performance. Infine va rimarcato che Allegri, oltre ad aver lanciato con profitto Barrenechea dal 1' (il primo esordiente in A in un derby della Mole da Semioli nel 2001), ha saputo leggere meglio la partita: la sua strategia è stata quella di controllare il Torino e farlo stancare, per poi colpirlo nel secondo tempo. Strategia che ha funzionato soprattutto perchè accompagnata da interpreti di un certo tipo.
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