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NAPLES, ITALY - OCTOBER 01: Ivan Juric Torino FC coach reacts during the Serie A match between SSC Napoli and Torino FC at Stadio Diego Armando Maradona on October 01, 2022 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Una zona grigia. Così Ivan Juric ha voluto definire la situazione attuale del suo Toro, che sta vivendo un momento di transizione dato che le caratteristiche della rosa sono diverse rispetto a quelle della passata stagione. "Certe cose che prima erano vincenti per la squadra adesso diventano perdenti e bisogna riconsiderare certe spiegazioni" ha spiegato con grande onestà il tecnico, lodando l'atteggiamento dei suoi e mostrandosi al tempo stesso affascinato dal lavoro che lo attende: "Ci sono le potenzialità, è il più bel momento per me perché sono curioso di vedere dove possiamo arrivare. E questi ragazzi hanno una voglia di imparare unica, mi danno grandi soddisfazioni in termini di miglioramento".
Il punto di partenza, nel ragionamento di Juric, è una domanda molto chiara: la rosa del Toro attuale è più forte di quella della passata stagione? "Per essere più forti bisogna confermare la squadra che hai, aggiungere tre pezzi ed arrivi al livello di Atalanta e Fiorentina" ha spiegato il tecnico, che senza alcuna polemica ha analizzato con grande trasparenza il lavoro che lo attende. Tutto ruota attorno a delle incognite, come le ha volute definire Juric: chi è arrivato nell'ultimo mercato sarà fare meglio di chi sostituisce? Il miglioramento rispetto alla scorsa stagione passa tutto da questo aspetto, dalla capacità dei giovani e dai giocatori da rilanciare di fornire prestazioni dello stesso livello o addirittura superiori a chi sono chiamati a sostituire.
A questo si aggiunga anche un cambio di caratteristiche dei giocatori in rosa. Emblematico il caso del centrocampo: in rosa non c'è un elemento con la fisicità di Pobega, ma un Ricci che - infortunio dell'ultimo mese a parte - sta diventando sempre più centrale nello scacchiere granata. E così, se da un lato la squadra può crescere e non poco in fase di possesso, dall'altro perde un giocatore in grado di garantire solidità e muscoli. "Lo scorso anno eravamo tosti, prima di tirare in porta contro di non ce ne voleva... Adesso lo siamo ancora ma a tratti, mentre vedo dei miglioramenti nei movimenti e nelle azioni. Senza Pobega magari rubo dieci palloni in meno, ma un lancio lungo lo faccio giusto sette volte e non tre con Ricci" ha spiegato Juric. Discorso analogo per la difesa: le potenzialità di Schhurs piacciono e non poco a Juric, che però ha sottolineato un passo indietro rispetto alla scorsa stagione dato che l'eredità di Bremer non è facile da raccogliere nell'immediato.
Se per difesa e centrocampo c'è l'impressione che non sarà affatto facile tornare ai livelli della scorsa stagione, lo stesso non lo si può dire per il reparto avanzato. Le assenze di Praet, Brekalo, Pjaca e Belotti non sono di poco conto, ma i margini di crescita di Miranchuk, Vlasic, Radonjic e Karamoh intrigano Juric. "La sensazione è che in certi momenti possiamo fare anche meglio dell'anno scorso" ha spiegato il tecnico, soffermandosi però sulle solite incognite: Radonjic riuscirà a mantenersi sugli standard delle prime giornate di campionato? Vlasic e Miranchuk torneranno agli alti livelli su cui si esprimevano in Russia? La risposta potranno darla soltanto il campo ed il lavoro svolto in settimana. In ogni caso il futuro del Toro passa dalla risoluzione delle tante incognite e dalla capacità di cambiare pelle rispetto ad un anno fa. Certe caratteristiche che un tempo erano punto di forza ora mancano, starà a Juric trovare il giusto modo per valorizzare le potenzialità di una rosa diversa rispetto al passato.
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