Napoli, Milan, Roma, Inter: le trasferte contro tutte queste squadre sono finite 1-0 e sono terminate con tanti rimpianti per il Torino. Avrebbe meritato molto di più la squadra di Ivan Juric contro le avversarie più quotate della nostra Serie A. E un pizzico di rammarico in casa granata c'è anche dopo l'1 a 1 dell'Allianz Stadium contro la Juventus, la regina dell'ultima sessione di calciomercato: il Torino non avrebbe rubato niente se avesse vinto il Derby della Mole. Ma l'1 a 1 in rimonta, comunque, può soddisfare l'ambiente, soprattutto perché è stato ottenuto attraverso una prestazione da squadra consapevole e matura. Che ha cercato di sfruttare i propri punti di forza e ha messo in grave difficoltà la Juventus, innanzitutto in fase di impostazione. Troppo spesso, infatti, i bianconeri di Massimiliano Allegri sono stati costretti a superare il centrocampo e si sono affidati a lanci lunghi per Vlahovic che ha dovuto sfidare nel suo terreno preferito Bremer. Morale della favola: il brasiliano ha giganteggiato contro il serbo, rubandogli completamente la scena.
Il Tema
Juric meglio di Allegri: inibito il centrocampo della Juve e Vlahovic è in gabbia
Il confronto tra i due allenatori: buon pareggio per il Torino che avrebbe meritato qualcosa in più. Poche idee per la squadra di Allegri
TATTICA - L'aggressione alta del Torino è stata di ottima qualità (una sola ripartenza patita, quella nel primo tempo che ha portato alla conclusione di Rabiot e al conseguente corner del gol di De Ligt) ed è stata favorita da un altro accorgimento tattico pregevole di Juric, che, complice l'infortunio di Praet, ha rivisto un po' l'assetto dietro all'unica punta. Ha scelto, infatti, di affidarsi a un uomo di inserimenti e fisicità come Pobega al fianco di un giocatore tecnico e in grado di strappare come Brekalo. Schierare Pobega sulla trequarti è stato uno dei segreti tattici della prestazione più che soddisfacente del Torino nella tana bianconera, sebbene la prestazione dell'ex Spezia sia stata a diesel (decisamente meglio nella ripresa come efficacia nei duelli e precisione negli appoggi). Un esperimento che potrà essere ripetuto anche in futuro, in primo luogo perché Praet potrebbe non tornare più in campo in questa stagione, poi perché Linetty sulla trequarti, soluzione vista a inizio stagione, sembra essere stata definitivamente accantonata.
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GESTIONE - Lukic e Mandragora, aiutati da Pobega, hanno imposto la loro legge a centrocampo. Proprio per questo Allegri quando ha dovuto rinunciare a inizio ripresa a Dybala ha provato a rafforzare il reparto con McKennie. Inoltre, come molto spesso è accaduto, il Torino è riuscito a pescare tra le linee un uomo come Brekalo, costante spina nel fianco della Juventus. Il croato è stato imprevedibile e ha messo in costante affanno la difesa gli avversari. Altre due note di merito il Torino le merita per l'approccio alla gara e per la mentalità con cui ha affrontato la Juventus. I granata non sono scesi in campo con scorie mentali derivanti dalle sconfitte contro Udinese e Venezia (non era scontato) e non hanno avuto timore reverenziale nei confronti dei bianconeri. A differenza dell'andata, poi, non hanno abbassato il proprio baricentro nel corso della ripresa, nemmeno dopo l'1 a 1 di Belotti, continuando a macinare gioco e costruendo l'occasione migliore per rompere l'equilibrio. Anche sui cambi di Juric stavolta c'è poco da dire. Nell'ultimo quarto d'ora l'inerzia era dalla parte dei granata ed è sembrato giusto innestare forze fresche in attacco tra cui quel Pjaca inizialmente non convocato Juric, il quale ha spiegato: "Abbiamo fatto casino noi, c'è stato un equivoco. Alla fine è andato tutto bene". Anche la staffetta Belotti-Sanabria verso il declinare del match è stata fatta con i tempi giusti, così come corretta è stata la scelta di Juric di puntare dal 1' sul "Gallo": non era facile farlo e Belotti ha ripagato la fiducia, dimostrandosi quel bomber d'area che al Torino molto spesso è mancato in alcune partite.
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