C'è il serio rischio che la partita tra Torino e Salernitana faccia passare nell'ambiente della Serie A un messaggio: se ti metti a fronteggiare il Torino con dieci uomini dietro la linea della palla, ci sono buone possibilità che i granata non soltanto non vinceranno la gara ma faticheranno anche a tirare verso la porta. Non è la prima volta che si verifica un fatto del genere. La gara con la Salernitana ha ricordato la trasferta di Marassi contro il Genoa, con una differenza sostanziale: il Grifone ebbe le migliori chance per vincere la partita, la Salernitana si è invece ampiamente accontentata di fare il buon vecchio "catenaccio" e di portarsi a casa il punto. Tuttavia, tornando alla considerazione iniziale, sarebbe un bel problema far passare il messaggio che il Torino è facilmente imbrigliabile, soprattutto perché, se si vuole lottare per qualcosa di sostanzioso, le partite con le squadre che stanno dietro in classifica vanno vinte, in special modo se si disputano allo stadio "Olimpico-Grande Torino".
Il Tema
Juric non incide contro Inzaghi: da Zapata a Ilic, parecchie scelte discutibili
Allargare Zapata a sinistra non ha funzionato. Ilic messo troppo tardi?
—Che il Torino soffra contro le formazioni chiuse non è una novità, però i granata erano chiamati a fare di più e meglio contro la Salernitana. Il primo che poteva dare un apporto maggiore nel match di pranzo di domenica 4 febbraio è Ivan Juric. Molte sue scelte non hanno pagato. Al primo posto c'è la posizione di partenza di Zapata. Il tecnico croato ha richiesto a chiare lettere all'attaccante colombiano di partire da sinistra, soprattutto dopo l'ingresso di Pellegri al 65', e questo è risultato improduttivo contro una formazione schierata in modo ordinato da Filippo Inzaghi. Juric ha provato a replicare quanto visto a Cagliari, ma lo ha fatto con una squadra che ha giocato in modo molto differente rispetto ai sardi. La Salernitana di ieri, eccezion fatta per il primo quarto d'ora, ha giocato con un blocco molto più basso e con una difesa posizionale, nessuno che rompeva la linea difensiva, nessuna pressione al portatore di palla e dunque nessuno spazio concesso. Zapata forse sarebbe stato più utile a battagliare a centro area contro Boateng per creare sponde per i compagni. Un'altra scelta da porre sotto la lente di ingrandimento riguarda l'ingresso ritardato di Ilic. In una gara in cui si reclamava qualità, Ilic poteva essere inserito prima dell'80' tanto che il miglior cross del pomeriggio - per la testa di Pellegri - è uscito proprio dai suoi piedi.
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Dieci corner battuti, zero pericoli: le palle inattive sono un cruccio
—La terza scelta discutibile riguarda invece il mancato ingresso di Okereke, uno dei volti nuovi del mercato di gennaio. D'accordo, non si parla di un campione in grado di fare la differenza, ma contro un fortino difficile da espugnare uno con le caratteristiche di Okereke poteva tornare utile, se non altro per il suo dinamismo negli spazi stretti. Poteva dare un po' di vivacità nei pochi pertugi lasciati dalla Salernitana. Si è optato per la soluzione sopra citata di Pellegri perno centrale con Sanabria sotto punta e Zapata più a sinistra (va detto che lo stesso Pellegri è andato vicino al gol). E poi un ultimo aspetto merita di essere rimesso in considerazione. Il Torino ha segnato soltanto due reti dagli sviluppi di corner (è il peggior dato della Serie A). E anche ieri di calci d'angolo ne sono stati battuti tanti, tutti però in modo improduttivo. Dieci corner battuti, zero pericoli prodotti: il dato stona soprattutto in una gara nella quale attraverso la manovra non si è riusciti a fare male all'avversario. Anche da questo punto di vista qualcosa è da rivedere, perché ormai da anni si dice che nel calcio moderno le palle inattive possono spostare gli equilibri. Per ora non nel Toro.
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