Per lei giocare con il Verona è sempre speciale e loro hanno bisogno di punti…
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“Verona mi è rimasta nel cuore, quell’esperienza mi ha salvato. So che hanno bisogno di punti, ma anche per noi è lo stesso”.
Rispetto ai tempi di Verona lei ha preso un po’ il contributo sotto rete degli esterni… lavorerete su questo per il futuro?
“I numeri sono numeri. Quelli di tre mesi sono discutibili, quelli di due anni meno. Vedo la squadra stra-dominare ma mancano dei particolari come il colpo di testa e il tiro in porta. In casa della Lazio abbiamo vinto grazie a un tiro da fuori, situazione che ci è mancata troppo. Anche contro il Monza, al di là di situazioni arbitrali che sono state scandalose, sono mancati dei particolari da parte nostra”.
Se gioca o non gioca Djuric vi cambia qualcosa?
“Conosco il Verona, nella griglia di partenza della Serie A li mettevo davanti a noi. Djuric è un giocatore che determina perché ti permette di giocare con il lancio lungo, tiene palla, fa sponda, permette di portare tanti giocatori in zona offensiva. Tutti fanno fatica contro giocatori così. Loro hanno avuto problemi perché hanno pensato di cambiare modo di giocare ma poi sono tornati indietro. Bocchetti è bravo perché li fa giocare in modo aggressivo. Loro giocheranno così, con palle lunghe e lotta sulle seconde palle”.
Lei ha sottolineato spesso l’importanza dell’attaccamento alla maglia anche rispetto a quanto viveva al Verona. Ci sono stati dei miglioramenti?
“Siamo cresciuti tutti un po’. A Verona la situazione era speciale perché insieme a Tony gestivamo tutto e decidevamo tutto noi. Questo ci ha permesso di creare esattamente l’ambiente che volevamo. Qui la situazione è diversa. Ma siamo uniti. Le cose stanno migliorando. Piano piano il senso di appartenenza sta uscendo fuori, mi sento unito anche con la Primavera, condividiamo stimoli e obiettivi”.
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