Settimo scontro con Luciano Spalletti e settima sconfitta per Ivan Juric. Sembra che il tecnico di Certaldo stia diventando una bestia nera per l'uomo di Spalato, perchè seppur non si possa dimenticare che il materiale tecnico a disposizione del Napoli è superiore a quello del Torino, va anche detto che i granata non sono riusciti a complicare la vita agli azzurri, con la partita che si è di fatto chiusa in 37'. Al netto di tutte le considerazioni che si possono fare sulle lacune della rosa granata, le scelte tattiche del tecnico croato non hanno pagato, come dimostra il fatto che le reti del Napoli siano arrivate tutte e tre in ripartenza, con praterie spalancate a giocatori già di un'altra categoria. Si può poi discutere anche sulle scelte tecniche: in particolare, col senno di poi, quelle legate a Buongiorno e Miranchuk.
Il Tema
Juric, settima sconfitta con Spalletti: le scelte tecniche e tattiche non pagano
Buongiorno ha faticato a difendere a campo aperto
In realtà, senza Victor Osimhen terminale offensivo puntare su Buongiorno poteva apparire saggio perché il classe 1999 cresciuto nel settore giovanile granata ha una conoscenza maggiore di quelle che sono le peculiarità del calcio italiano rispetto a Peer Schuurs. Questo non è stato confermato dal campo. Buongiorno ha infatti faticato terribilmente a difendere a campo aperto dimostrando ampi margini di miglioramento. Su Miranchuk in campo dall'inizio si sapeva che poteva essere un azzardo, poichè al russo - pure elogiato dal tecnico alla vigilia per il rendimento avuto in allenamento - inevitabilmente difettava il ritmo partita. L'ex Atalanta è stato in campo fino al 70' ma la sua prestazione è stata priva di acuti e anche in fase difensiva non è riuscito a schermare Lobotka come Juric gli aveva chiesto. Dopo la pausa per le Nazionali e senza le turnazioni da gestire era più logico vedere dal 1' Nemanja Radonijc, uno che in trasferta aveva saputo esprimersi al meglio nelle prime sette giornate.
Approccio sbagliato e reti prese in ripartenza: cosa non ha funzionato nel Toro
È capitato molto di rado di commentare un approccio sbagliato da parte del Torino di Juric. Ieri, sabato 1° ottobre, è invece accaduto: i granata sono scesi in campo male e hanno compromesso i loro sogni di gloria sotto il Vesuvio. Bisogna aggiungere che dal punto di vista tattico bisognerà riflettere sulla linea della difesa così alta in partite contro avversari molto tecnici senza più un Gleison Bremer in rosa. Del resto ben due firme del Napoli sono nate in ripartenza. Due galoppate di Anguissa e Kvaratskhelia sono bastate al Napoli per segnare due reti molto simili: la ragnatela di finte, scambi di posizione, movimenti e contro-movimenti degli azzurri ha mandato subito in frantumi l'impostazione del Torino basata sull'uno contro uno a tutto campo. Per il croato il ritorno da Napoli dovrà portare in dote alcuni preziosi spunti di riflessione per il futuro.
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