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Juric sfida Gotti: due carriere diverse nel segno della gavetta
Ivan Juric contro Luca Gotti. Sarà questa una sfida nella sfida nel monday night di questo turno post-Nazionali. Due dialettiche diverse, due carriere differenti per gli allenatori di Torino e Udinese. Il croato granata ha seguito un percorso più lineare, fatto di gavetta. Ha vissuto sfide nelle categorie più basse, dalla C con il Mantova alla B con il Crotone. E poi si è affermato in Serie A. Gli alti e i bassi di Genova, le due stagioni d'oro a Verona e un contratto triennale prestigioso a Torino, prendendosi nelle scorse ore un ottimo attestato di stima dal presidente Urbano Cairo.
DA VICE A CAPO - Dal canto proprio Gotti ha seguito una via un po' inusuale nel calcio moderno. Ha raggiunto l'apice, la massima serie italiana, da capo allenatore quasi casualmente dopo tante esperienze (alcune davvero prestigiose, come quella al Chelsea sotto Sarri o quelle con al fianco Donadoni) da vice. Nelle ultime due stagioni ha però dimostrato di valere appieno il ruolo che la famiglia Pozzo gli ha accordato. Si è guadagnato sul campo la conferma, non scontata, ed è riuscito a superare brillantemente alcuni momenti duri che si sono presentati nel corso di questi anni.
DIALETTICA - Due dialettiche diverse, dicevamo. In effetti, i toni utilizzati da Juric sono notevolmente differenti da quelli di Gotti. Più pacato e contemplativo il bianconero, più vulcanico e senza peli sulla lingua il croato. Sono due allenatori in tal senso agli antipodi. Ma su una cosa si assomigliano: la schiettezza del giudizio. Possiedono una grande onestà intellettuale che si esprime in modo differente ma che li rende entrambi apprezzabili e apprezzati dal grande pubblico.
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