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UDINE, ITALY - FEBRUARY 06:Matteo Paro second coach of Torino FC shankes hands with Gabriele Cioffi head coach of Udinese Calcio during the Serie A match between Udinese Calcio and Torino FC at Dacia Arena on February 06, 2022 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Vittoria d'autorità del Torino a Udine. Vittoria merita da parte della squadra di Ivan Juric sull'Udinese di Gabriele Cioffi. Alcune scelte hanno sorpreso e siccome sono funzionate, vanno applaudite. La prima riguarda Vojvoda: rilanciato e messo nella posizione di braccetto di destra. La seconda è relativa a Okereke, schierato da titolare e autore di una prestazione di qualità. Partiamo nell'analisi proprio dal kosovaro Vojvoda. Matteo Paro, nuovamente in panchina al posto dello squalificato Ivan Juric, ha commentato così la decisione di mettere Vojvoda al posto di Djidji nella posizione di braccetto destro: "Sapevamo che Vojvoda da quella parte poteva darci qualcosa in più a livello di ritmo e di gioco. Ha fatto molto bene con un grande assist, sono soddisfatto". Vojvoda braccetto, a dare manforte a Bellanova sulla destra, diventa a tutti gli effetti un'arma in più per questo finale di campionato e non averci pensato prima può scaturire qualche recriminazione in casa Torino. Contro avversari chiusi la doppia freccia nella faretra a destra potrebbe rappresentare una variabile preziosa.
Su Okereke al fianco dell'ex di giornata Zapata, con Vlasic alle spalle dei due attaccanti, Paro ha aggiunto: "Okereke è un giocatore con caratteristiche un po' diverse, più esterno. Volevamo aprire di più la difesa dell'Udinese con queste sue caratteristiche ed è andata bene. Ha anche difeso bene, ha creato anche delle occasioni quindi direi una prova positiva". Juric ha cercato di scardinare l'Udinese attingendo dalle peculiarità dei giocatori della propria rosa. Ha un po' rimescolato le carte in tavola e sono maturate risposte pesanti. Un aspetto certamente da non sottovalutare è la fattura dei due gol. Il primo nato da un bellissimo cross dalla destra con esecuzione di testa magistrale di un grande attaccante quale Zapata, il secondo (e bisogna rimarcare il finalmente) da un'aggressione alta e da un recupero alto del pallone. La rete di Vlasic, supportata dal break di Gineitis, è roba del primo Toro di Juric. Oggi si continua a parlare di squadra corta, marcatura uomo su uomo a tutto campo, baricentro alto e pressing alto, ma poche volte ha portato in dote qualcosa di grosso. A Udine, invece, si è tornati a segnare con un'azione da squadra di Juric: pallone preso nella trequarti avversaria, immediata verticalizzazione e gol.
La gestione nell'arco della partita è andata via liscia per la coppia Juric-Paro. Considerato il doppio vantaggio, al 20' della ripresa è stato giustamente tolto Vojvoda per un difendore più puro come Lovato, che ha messo nelle gambe 30 preziosi minuti. Avendo in panchina uno come Sanabria, è stato sfruttato nell'ultimo quarto di gara al posto di Okereke. E poi nel finale è stata "risparmiata" la coppia azzurra composta da Buongiorno e Bellanova; il primo è uscito con i crampi ed è entrato Sazonov, il secondo è stato meno brillante di altre volte ed è stato sostituito da Lazaro. In questo quadro autoritario del Torino si inserisce un'Udinese che, come giustamente detto da Cioffi, è apparsa troppo "piatta". Nemmeno i cambi l'hanno scossa. "Abbiamo fatto un finale di primo tempo in crescendo. Nel secondo tempo però siamo entrati piatti, ho provato a cambiare anche atteggiamento tattico con qualche innesto ma i risultati sono stati i medesimi" ha commentato Cioffi. L'inefficacia dell'Udinese è stata dovuta anche e soprattutto dalla prestazione del Torino, condotto splendidamente in mezzo al campo da un Ricci tornato su buoni livelli e da un Gineitis in rampa di lancio. "Credo che Ricci e Gineitis abbiano fatto un'ottima partita sia con la palla che nei contrasti" ha giustamente evidenziato Paro al triplice fischio. Insomma, da Udine torna un Torino con in saccoccia tre punti e tanti spunti positivi su cui meditare per lo sprint finale.
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