"Per vincere bisogna avere entrambe le fasi di gioco che funzionano": è quasi un assioma calcistico quello che ha espresso in conferenza stampa dopo il triplice fischio Ivan Juric. Il suo Torino è riuscito a sconfiggere di misura l'Empoli grazie al gol di Duvan Zapata e a una prestazione accorta, parsimoniosa e intelligente. Il tecnico ha ricavato molte risposte positive dalla sfida dell'Olimpico-Grande Torino, la penultima prima del Natale. Per lungo tempo in questa stagione una delle due fasi non era affatto funzionata. Naturalmente, si fa riferimento alla fase di costruzione, quindi a quella offensiva. Anche ieri, sabato 16 dicembre, è maturato soltanto un gol ma il trend è stato confermato: il Torino dal match contro il Frosinone in Coppa Italia è tornato a produrre opportunità offensive con una certa costanza, le stesse occasioni che invece erano state le grandi assenti da fine agosto a inizio novembre. Tutto questo è stato favorito dalle scelte tattiche di Ivan Juric, il quale ha compreso la rosa a sua disposizione e ha provato a ricalibrare i suoi paradigmi calcistici al materiale umano. Ne sta venendo fuori un Torino più equilibrato e soprattutto più brioso dalla cintola in avanti. Il passaggio alle due punte (3-4-1-2 o 3-5-2 non fa differenza) ha donato un nuovo volto ai granata e la squadra ne sta giovando a 360°. La fase difensiva, anche nei momenti più grigi della stagione, era sempre stata sufficiente (trasferta di Milano con il Milan a parte) ma ora sta raggiungendo vette insperate soprattutto dopo il grave infortunio di Perr Schuurs. Del resto, il Torino non prende gol da 308 minuti e ha chiuso le ultime tre gare senza reti incassate.
Il tema
Juric supera Andreazzoli: il Toro sbiadito di inizio stagione è solo un ricordo
Sostituzioni centellinate per Juric: soltanto una non forzata prima dell'85'
—"Oggi è stata una partita completa, abbiamo creato tanto nel primo tempo e nel secondo tempo la squadra è stata tosta e concentrata. Si può sempre giocare meglio in certe situazioni però tutto quello che serviva per vincere lo abbiamo fatto": ha aggiunto giustamente Juric, alla centesima panchina con il Torino (LEGGI QUI). La prestazione è stata ricca, più ricca del solo gol che è servito per battere l'Empoli. Il match con i toscani ha dimostrato che il Torino è cresciuto anche mentalmente. Serviva maturità nella ripresa e i giocatori granata hanno risposto alla grande difendendo il risultato e i tre punti. Le scelte in corso d'opera di Juric sono state oculate e posticipate quanto più in là posssibile. Al 20' della ripresa ha dovuto togliere Tameze per una botta subita al ginocchio nel corso del primo tempo: al suo posto è entrato Djidji. Sempre nello stesso frangente ha dato un po' di freschezza sulla corsia di sinistra con l'ingresso di Lazaro per Vojvoda. Per annotare altre sostituzioni si sono dovuti attendere gli ultimi cinque minuti, segno che Juric era comunque soddisfatto di quanto stava osservando ed era soprattuto consapevole che non bisognava stravolgere troppo gli equilibri in un match equilibrato e con un avversario sul pezzo. Soltanto in dirittura d'arrivo ha messo Soppy e Pellegri per Bellanova e Zapata. ù
Le qualità tecniche dell'Empoli limitate dal Torino: la chiave della gara
—Nel confronto allenatori c'è sempre anche la controparte, quella rappresentata da Aurelio Andreazzoli, allenatore dell'Empoli. In conferenza stampa il tecnico è stato molto lucido nell'analizzare quanto successo nei quasi cento minuti sotto la Mole. "Ci è mancato una qualità di palleggio e rapidità di palleggio per contrastare quelle che sono le caratteristiche del Torino - ha detto -. Non ci siamo riusciti. Abbiamo fatto in tutte le maniere per dare forza al Torino, qualora ne avesse avuto bisogno. Abbiamo sbagliato un'infinità di passaggi anche semplici, che di solito non sbagliamo. Nel secondo tempo abbiamo messo più qualità e ci siamo contrapposti in maniera diversa" (LEGGI QUI). Come spesso capita, il Torino è riuscito a limitare le qualità tecniche dell'avversario costringendolo a una prestazione meno bella rispetto allo standard. Per tutti quelli che fanno del gioco elegante la loro prerogativa giocare contro il Torino non è facile. Il prossimo ostacolo sarà invece molto differente perchè l'Udinese fa del fisico il proprio punto di forza e quindi è lecito attendersi un match completamente differente: sarà un'ulteriore prova di maturità per i granata.
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