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Il derby della Mole è ormai alle spalle ma gli indizi che ha lasciato la stracittadina non mancano; specialmente per quanto riguarda i testa a testa che si sono consumati sul rettangolo verde. La prima sfida nella sfida, pressoché scontata, era quella tra le due stelle delle rispettive squadre: Andrea Belotti e Paulo Dybala. I due ex compagni di squadra ai tempi del Palermo, non sono riusciti a segnare ma sono sono stati ugualmente in grado di dare un apporto fondamentale alle rispettive squadre. Per il “gallo” i numeri parlano da soli: 27 reti in 34 partite con una media di 0.8 gol a partita, dati straordinari per un centravanti che oltre a segnare con una certa continuità lotta su ogni pallone aiutando molto i compagni anche in fase difensiva. Il numero 9 granata - come detto - non ha trovato la via della rete contro i bianconeri ma è riuscito a far reparto da solo, tenendo il pallone e conquistando falli importanti quando - in inferiorità numerica - il Torino aveva bisogno di rifiatare. Lo juventino invece è stato meno "Joya" del solito: un paio di occasioni mangiate (una clamorosa a tu per tu con Hart n.d.r.) e qualche isolato assist illuminante non sfruttato dai compagni. L'argentino ha circa 80' minuti a disposizione ma non riesce a lasciare il segno.
Un’altro duello molto interessante era quello tra Miralem Pjanic e Adem Ljajic. I due giocatori erano quelli in grado di dare quel guizzo in più di fantasia alle due squadre e che, grazie al loro piede, potevano risolvere la partita da un momento all’altro. La previsione si è - almeno parzialmente - avverata con il numero 10 serbo che è stato in grado di sbloccare il risultato grazie a una punizione chirurgica che si è insaccata sotto l'incrocio dei pali della porta difesa da Neto. Non solo il gol ma anche un buon spirito id sacrificio per il granata che ha ulteriormente confermato di essere riuscito a trovare la propria dimensione nel nuovo modulo proposto da Mihajlovic ed ha migliorato notevolmente la propria capacità di essere decisivo nei momenti critici. Pjanic, al contrario, paga il turnover di Allegri e non riesce a influire sul match entrando a pochi minuti dal termine. Il bosniaco ex-Roma - nei pochi istanti avuti a disposizione - fa quel che può: smista palloni e prova a impensierire Hart con qualche punizione delle sue, ma senza risultare mai realmente pericoloso. Ljajic surclassa dunque il collega grazie alla prima marcatura in campionato su punizione in un testa-a-testa tra specialisti del calcio piazzato.
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