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La contestazione arriva da lontano

Redazione Toro News

Il termometro degli applausi, ieri, ha visto picchi molto diversi da giocatore a giocatore, nella presentazione della squadra alla Sisport. Parlare di applausi, in realtà, è davvero difficile, tanto radi sono...

"Il termometro degli applausi, ieri, ha visto picchi molto diversi da giocatore a giocatore, nella presentazione della squadra alla Sisport. Parlare di applausi, in realtà, è davvero difficile, tanto radi sono stati. Cairo, in conferenza, lo ha ammesso: la “fuga” e sparizione, dopo l’ultima di campionato, fu un errore. Non sottoporre la squadra alla gogna del pubblico cittadino sembrò una mossa per proteggerla, ma a lungo termine non si è rivelata tale. Perché, a parte i pochi coraggiosi che erano scesi fin all’Olimpico capitolino e che avevano potuto urlare quel che pensavano delle lacrime di Rosina e Ventola, alla maggior parte dei tifosi era rimasta “in canna” la contestazione, la legittima voglia di far sapere agli autori dell’orrenda stagione che verso di loro c’è molta rabbia.

"Così, la contestazione è caduta in un momento, quale il saluto per la nuova stagione, teoricamente non deputato ad episodi simili, ma era impensabile che quella squadra, che poi è anche “questa” (per la quasi totalità degli effettivi), non pagasse lo scotto di quanto (non) fatto.Discorso diverso per Rubin, bersagliato in ogni modo dopo le parole in libertà, e senza pudore, rilasciate proprio pochi giorni prima di ripresentarsi davanti al proprio pubblico (a meno che non avesse davvero pensato di poter lasciare il Toro nel breve lasso di tempo tra le sue dichiarazioni e la giornata di ieri).

"Contestato anche Pratali per la stessa ragione, anche se infinitamente meno rispetto al terzino, anche perché il biasimo è tanto più forte quanto grande è stato, prima, l’affetto. E su Rubin ne era stato riversato molto, quando è arrivato, quando ha esordito, quando si è infortunato. Da notare invece come Dzemaili sia stato, quasi scientificamente, ignorato. Lo svizzero, pure intervistato in merito al possibile trasferimento al Palermo (e pur avendo elementi concreti di cui parlare), non ha mai fatto dichiarazioni d’amore per la sua probabile prossima società, non ha mai dimenticato di essere un giocatore del Torino né di essere stato “ripescato” dal club granata quando le cose non gli andavano bene. Il suo desiderio è quello di andare a giocare in Serie A, ma per lo meno non lo dice spudoratamente in pubblico, e si allena con serietà e perfino profitto.

"La gente della Sisport, ieri pomeriggio, ha riservato a Barone gli ormai soliti inviti a levare le tende, o, in alternativa, a “muoversi”. Simili dimostrazioni di scarso affetto sono state recapitate anche ad Amoruso, in maniera consistente, e a Diana. E gli applausi? Quei pochi che ci sono stati, a chi sono andati? Esclusi i portieri, che si allenavano in un angolo di campo lontano, il più acclamato è stato sicuramente Rolando Bianchi, simbolo della volontà di restare, di rimediare agli errori fatti, di rinascere. Anche Abbruscato ha ricevuto i favori del pubblico, ripagandolo peraltro -per quel che può contare- con due bei gol nella partitella.Affetto per Ogbonna, nonché per i giovani in generale (con la nota eccezione), qualche applauso anche per i tre volti nuovi, e infine per Colantuono, le cui urla spesso sovrastavano il brusio del pubblico.

"Oggi, il mister ha deciso di confermare l’apertura dei cancelli, contrariamente al timore che serpeggiava ieri tra molti presenti: “Ora non potremo più vedere gli allenamenti per chissà quanto tempo”. Invece no, forse perché conscio della necessità di sfogo dei tifosi, forse semplicemente per meglio proporsi ai loro occhi, il mister oggi terrà una seduta mattutina ed una pomeridiana entrambe aperte a tutti. Chissà se la rabbia è stata sfogata tutta ieri, o se ne cova ancora un po’.

"(foto: torinofc.it)