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Lazio-Torino si deve giocare: questa la decisione della Corte Sportiva d'Appello, che ha rigettato il ricorso presentato dalla società di Lotito. Confermato dunque quanto stabilito in primo grado dal Giudice Sportivo, che aveva deciso di non assegnare la vittoria a tavolino ai biancocelesti. Ma la Corte presieduta dal prof. Piero Sandulli lo dice a chiare lettere: l'unica ragione per cui è confermata la decisione del giudice di primo grado è il principio giurisprudenziale emesso dal Collegio di Garanzia del Coni nell'ambito del caso Juventus-Napoli.
RICHIESTA LAZIO - Ricapitolando. Il club biancoceleste, nel presentare reclamo dinanzi alla Corte Sportivo d'Appello, ha fatto leva soprattutto sul provvedimento adottato dal Dipartimento della prevenzione dell'Asl di Torino il 1° marzo, in cui l'autorità sanitaria, su richiesta del Torino, precisava che il periodo di isolamento terminava alle 23.59 del 2 marzo. La Lazio, rappresentata dall'avvocato Gentile, ha chiesto di disapplicarlo e di affermare di conseguenza l'insussistenza della causa di forza maggiore che avrebbe impedito ai granata di presentarsi a Roma lo scorso 2 marzo. Una richiesta che la Corte, presieduta da Piero Sandulli, mai avrebbe potuto accogliere. Come già fatto in primo grado da Gerardo Mastrandrea, è stata infatti ribadita la mancanza di competenza della giustizia sportiva nel sindacare atti e provvedimenti delle autorità sanitarie locali. Nel dispositivo è stato quindi richiamata la decisione del Collegio di Garanzia del Coni, ultimo grado di giustizia sportiva, del 7 gennaio 2021, proprio quella relativa al caso Juventus-Napoli: "Ed è solo per questa ragione che questa Corte non può che aderire alle conclusioni cui è pervenuto il Giudice Sportivo", dice il dispositivo della Corte.
ACCUSE AL TORO - Infatti a destare particolare clamore è la seconda parte del dispositivo, una vera e propria "accusa" nei confronti del club granata. La Corte Sportiva d'Appello critica infatti sia il provvedimento sopra citato dell'Asl ("desta più di una perplessità; ed invero, un atto amministrativo, peraltro con finalità di prevenzione della salute collettiva a fronte della più grave emergenza sanitaria della storia moderna dell’umanità, non può produrre effetti dal giorno successivo alla sua adozione") ed accusa soprattutto il Toro ("non vi è dubbio che la Società F.C. Torino S.p.A. abbia tratto profitto dal provvedimento adottato dall’autorità sanitaria torinese, peraltro, su richiesta della stessa Società granata"). I granata sono quindi accusati di "comportamenti apparentemente improntati ad una sorta di “furbizia” che non sono, in alcun modo, in linea con i principi di lealtà, probità e correttezza".
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