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toro
di Edoardo Blandino
I cancelli della Sisport rimangono blindati e nessuno parla. Come al solito. Questo rito scaramantico inizialmente portava fortuna, adesso, però, qualcosa pare...
di Edoardo Blandino
"I cancelli della Sisport rimangono blindati e nessuno parla. Come al solito. Questo rito scaramantico inizialmente portava fortuna, adesso, però, qualcosa pare essersi inceppato. Fino a quando tutto funzionava alla perfezione anche i tifosi erano contenti di non sentire le dichiarazioni dei propri beniamini. In fondo la cavalcata che aveva riportato il Toro nelle zone alte della classifica era sufficiente a far sorridere tutti quanti. Adesso, però, non basta più. I granata, infatti, sembrano aver fatto numerosi passi indietro sia dal punto di vista del gioco che da quello caratteriale.
"Alla squadra del Colantuono-bis andava riconosciuta una grande tenuta mentale. Il Toro riusciva a trovare il gol e poi difendersi senza eccessivi affanni, con grande ordine e caparbietà. Quando arrivava la rete del vantaggio diventava un grosso problema per gli avversari riuscire a rimontare. I granata sembravano aver compiuto il salto di qualità. Non solo erano in grado di gestire una partita, senza particolari difficoltà, ma, addirittura, erano stati capaci di vincere partite che non meritavano. Con la Reggina avevano capitalizzato gli unici due episodi di tutto il match, mentre con la Triestina la voglia di vincere li aveva portati a segnare a tempo ormai scaduto.
"Cosa sia successo da quel gol di Loria in poi, non ci è dato sapere, ma possiamo avanzare un’ipotesi: è possibile che la squadra abbia peccato di presunzione. Le quattro vittorie consecutive hanno dato grande morale ed entusiasmo a tutto l’ambiente, ma deve esserci sempre un equilibrio e un limite a tutto. Torino è una Piazza particolarmente calda, dove è facile esaltarsi per una serie positiva e ancora più semplice deprimersi per qualche partita senza vittoria. Può darsi che i giocatori, dopo i 12 punti in quattro partite, si siano sentiti in grado di affrontare chiunque.
"Purtroppo, questo nuovo Torino costruito in fretta e furia da Petrachi, è una squadra operaia che fa del sacrificio e della corsa la propria arma migliore. Non ci sono più fuoriclasse in grado di risolvere la partita con una giocata. Servono tenacia e grande grinta da parte di tutto il collettivo, non scenate da primedonne che portano al cartellino rosso. Ma purtroppo, in questa squadra, qualcosa è cambiato.
"(Foto: M. Dreosti)
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